giovedì 20 marzo 2008

AMORE TRA GENITORI E FIGLI GAY

Ciao Project,
ti ricordi di me? Matteo, di Bergamo, 18 anni, quello che era innamorato di un compagno di scuola... allora io ti avevo detto che non ero dichiarato ma adesso le cose sono cambiate. Ti racconto la storia, se ti va pubblicala, mi farebbe piacere che gli altri ragazzi la leggessero perché per me questo è un momento di felicità straordinaria. Mai avrei sognato di vivere cose simili. Ma cerco di andare per ordine e di farmi capire da tutti. Ciao Project! Anche per un ragazzo gay la vita può essere bellissima e tu me l’avevi detto anche se io allora non ci credevo! Oggi sono felice!

Ciao ragazzi, vi racconto la mia storia. Fino al mese di ottobre dell’anno scorso la mia vita è stata in sostanza solo un’attesa e un’attesa brutta di cose che io pensavo non sarebbero mai arrivate. Mi ero innamorato più volte, se si può chiamare amore il perdere la testa per un ragazzo che nemmeno ti guarda, mi sentivo frustrato e depresso. Non era nemmeno una questione sessuale, del sesso non me ne sarebbe importato nulla, mi sentivo maledettamente solo, dei miei sentimenti non potevo parlare con nessuno, poi ho scoperto il blog di Project e mi è tornato un po’ di coraggio, a ottobre ho contattato Project che mi ha detto un sacco di cose positive sui gay e sul fatto che possono veramente essere felici, quelle cose mi faceva piacere sentirmele dire ma mi sembravano anche un po’ false... in un certo senso troppo belle, come se fossero state inventate per farti stare tranquillo, una specie di anestetico. Con Project ho parlato un paio di volte, poi sono sparito, lui mi ha mandato una mail della quale capisco il senso solo adesso, ma allora non ho nemmeno risposto. Continuavo a leggere il blog e mi sembrava un po’ un libro di favole e le cose positive che scrivevano i ragazzi mi facevano un effetto stranissimo, mi dicevo che erano terribilmente ingenui ad avere fiducia nel futuro perché il futuro sarebbe stato per loro solo una delusione. Bene, adesso tutte queste cose mi sembrano assurde e l’ottimismo di Project (prudente ma vero ottimismo!) mi sembra una cosa assolutamente realistica.
Nella mia classe, alla fine di ottobre è arrivato un ragazzo nuovo che si chiama Matteo come me, quando l’ho visto ho sentito dentro come una scossa elettrica, mi sono detto: è lui! E’ tenero, dolcissimo, mai aggressivo e poi ci siamo presi fin dal primo momento. Dopo pochissimi giorni ho cominciato ad andare a studiare a casa sua. I genitori mi hanno accolto benissimo, noi studiavamo in una stanza e ogni tanto ci portavano il tè coi pasticcini o il caffè, poi tante volte sono rimasto a pranzo a casa sua, stavo benissimo, anche coi genitori ho parlato più volte, erano molto premurosi e dicevano cose bellissime del figlio. Un pomeriggio siamo andati a fare una passeggiata e lui mi ha detto che era gay ma l’ha fatto nel modo più informale possibile. Parlavamo dei suoi genitori e gli ho detto che per un figlio avere dei genitori così deve essere bellissimo e lui mi ha detto. “Tanto più poi per un figlio gay...” Alla fine del pomeriggio mi sentivo in Paradiso, Matteo era innamorato di me e me l’aveva detto chiaramente e, udite udite! ... lo aveva detto anche ai genitori che l’avevano presa bene e dopo avermi conosciuto erano entusiasti di me! Pare pazzesco ma è tutto vero! ... Però per me rimaneva un problema grossissimo, cioè quello di dirlo ai miei genitori che con ogni probabilità una cosa del genere non se l’aspettavano proprio. Matteo era venuto a studiare da me qualche volta ma i miei sono molto più riservati e con lui avevano scambiato solo poche parole di cortesia. Insomma la cosa andava benissimo tra noi e con la sua famiglia e in fondo non poteva proprio andare meglio, mi sentivo proprio incoraggiato, ma sul lato della mia famiglia mi sentivo impacciatissimo, sapevo bene che il problema potevo risolverlo solo io e ho fatto una cosa rischiosissima che non avrei mai pensato di fare, ho affrontato prima mio padre, l’osso più duro, sono andato da lui e gli detto: “Papà, hai presente Matteo, quel mio compagno...” lui mi ha detto. “Sì” e io ho aggiunto: “Penso di essermi innamorato di lui...” Mio padre è rimasto letteralmente senza parole, non sapeva che dire, ma non era sconvolto, poi m’ha guardato negli occhi e mi ha detto: “Ma sei sicuro?” Gli ho detto: “Penso proprio di sì...” e quello che mi ha detto dopo ha sconvolto me, mi ha detto: “Ma tu lo conosci bene?” in pratica sul fatto che fossi gay non ha battuto ciglio, poi gli ho anche chiesto se se lo immaginava e mi ha detto nettamente di no. Ha voluto sapere tutto di Matteo, anche dei genitori, di come mi trovavo con loro, cioè si è comportato, al 100% come se fossimo due fidanzati etero. Poi mi ha detto: “Io non ti dico nulla, se ce lo vuoi fare conoscere, insomma, fai tutto come ritieni meglio, io lo so chi sei e ti voglio bene... a mamma glielo dico io... ma vedrai che non ci saranno problemi, però state attenti a scuola che lì l’ambiente non è sempre favorevole...” Notavo che mio padre non usava mai né la parola gay né la parola omosessuale e allora l’ho invitato a farlo, cioè a dire esplicitamente che io e Matteo siamo due ragazzi gay, la prima volta l’ha fatto con una certa difficoltà, poi piano piano si è sciolto un po’. Come sono stato felice di quelle risposte di mio padre non ve lo potete nemmeno immaginare. L’avrei abbracciato, ma non l’ho fatto, lui m’ha detto: “Portami un gelato dal frigo... che mi devo riprendere un pochettino...” ma l’ha detto sorridendo. Gli ho portato il gelato e quando gliel’ho dato mi ha preso la mano e l’ha stretta fortissimo e mi ha detto: “Tu non sai quante volte io ho pensato che per te non sono stato un esempio, che magari tu avresti voluto un padre diverso...” e allora me lo sono abbracciato stretto! Accidenti, fa un’impressione fortissima sentirti tuo padre che ha appena saputo che sei gay e che vuole un abbraccio da te... è bellissimo! Il pomeriggio l’ho raccontato a Matteo e siamo stati tutta il tempo mano nella mano, una cosa dolcissima. Quando camminavo mi sembrava proprio di non toccare terra.
L’indomani a scuola è successa un’altra cosa incredibile... io e Matteo stavamo soli in classe e Matteo appoggiava la testa sulla mia spalla, a un certo punto è entrato il prof. di Matematica, un signore sessantenne ma simpatico, entra, ci vede così, capisce al volo, poi ci fa segno con la mano di separarci e si siede di fronte a noi e comincia a parlare di matematica... cinque secondi dopo entra il preside con un geometra della provincia che doveva vedere delle cose dell’edilizia. Il preside è uno che io non sopporto proprio ha un suo concetto delle disciplina... insomma se ci avesse beccato soli in classe, io e Matteo e in quegli atteggiamenti sarebbe successo un disastro. Quando il preside se n’è andato il prof. di matematica ci ha detto: “Ragazzi cercate di essere prudenti... non vi mettete nei guai...” Anche questa è una cosa che non mi sarei mai aspettato. La lezione l’abbiamo capita e a scuola abbiamo evitato qualunque atteggiamento anche lontanamente sospetto. Il prof. di Matematica quando ci vede nei corridoi ci saluta e ci sorride, anche questa è una cosa importantissima.
Io non so che cosa può cercare un ragazzo dagli altri, ma a me non interessa affatto che mi accetti tanta gente che non mi piace e che non sopporto, ma tengo moltissimo alla simpatia delle persone che stimo.

Ragazzi, lo so che vi sembra una favola e sembra così anche a me, prima che mi succedesse non l’avrei mai immaginato, eppure è successo e allora voglio dire a Project che aveva ragione e che la felicità per i ragazzi gay esiste!

Ciao ragazzi e non vi scoraggiate mai perché le cose possono cambiare in meglio molto rapidamente... se oggi siete depressi e vi sembra che le cose non andranno mai per il verso giusto, pensate che sei mesi fa la pensavo anch’io così! In bocca al lupo da Matteo 1 e da Matteo 2!!!
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Se volete, potete partecipare alla discussione su questa tetimonianza aperta nel Forum di Progetto Gay:
http://progettogay.forumfree.net/?t=26241699

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