Tra le chiavi accesso ai blog di Progetto Gay si trova spesso “Come riconoscere un gay”. In effetti, per un ragazzo che si sente gay la necessità di relazionarsi con altri ragazzi gay è fondamentale.
1) il bisogno di non sentirsi unici e di diminuire il senso di emarginazione, percependosi come parte di un gruppo
2) il bisogno di un colloquio, senza continue finzioni, con altri ragazzi che vivono esperienze simili
3) il bisogno di creare rapporti di amicizia e di fiducia reciproca con persone che condividono orientamenti simili
4) il bisogno di creare rapporti affettivi forti, di amare un ragazzo e di vivere per lui, e di sentirsi da lui riamati, che costituisce per un gay la spinta affettiva più potente
5) il desiderio di contatto fisico con altri ragazzi sia in chiave generica che consapevolmente sessuale
1) Se un ragazzo gay non vuole essere riconosciuto, in un ambiente in cui essere gay non è accettato, riconoscerlo è praticamente impossibile per chiunque. Anche le persone più esperte di giovani gay, quando cercano di usare il “radar gay”, in casi come questi, si espongono a situazioni grottesche.
2) Se un ragazzo gay, in un ambiente in cui l’omosessualità può essere tollerata, deliberatamente (situazione più frequente) o sbadatamente lancia dei segnali, allora è possibile ad un altro gay avviare una vera e propria procedura di riconoscimento.
In genere chi lancia consapevolmente segnali molto deboli di omosessualità lo fa nella esplicita speranza di essere riconosciuto da altri gay ma non dagli etero, che non hanno la capacità di decodificare quei segnali.
1) assenza di qualunque riferimento a “la mia ragazza”
2) non parlare di donne o di ragazze, oppure parlarne ma solo il termini di amicizia
3) non fare commenti quando passa una ragazza carina
4) non continuare un gioco di battute sulle ragazze che sia stato cominciato da un altro
5) non parlare dei gay, non fare battute su di loro, non proseguire un gioco di battute sui gay cominciato da un altro
1) Non dire “innamorarsi di una ragazza” ma “innamorarsi di una persona”
2) Scrivere in modo non sessualmente connotato, evitando sistematicamente i pronomi o le forme verbali distinte per sesso. Riporto qui di seguito due esempi di scrittura, che dicono sostanzialmente le stesse cose, uno sessualmente connotato e l’altro no.
“Sono andato da lei ieri sera, mi ha detto che sarebbe venuta a trovarmi, io la amo perché è bellissima e poi è la mia ragazza e l’ho sempre desiderata.”
“Ci siamo visti ieri sera. Mi ha detto: “Non ti preoccupare, vengo io a trovarti”, quello che provo io è amore e poi è la persona che per me conta di più... insomma è l’oggetto dei miei desideri, in pratica è così da sempre.”
Il testo non sessualmente connotato non permette di concludere nulla circa il sesso di chi parla né circa quello dell’altra persona.
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