venerdì 8 dicembre 2017
UN RAGAZZO GAY INNAMORATO DEL SUO PROFESSORE
Ciao Project,
sono arrivato al forum http://gayprojectforum.altervista.org
attraverso un link in uno dei tuoi blog. Ti faccio i miei complimenti, perché è
un forum veramente molto ben fatto e ci si trovano molte risposte che non si
trovano altrove. È un peccato che i motori di ricerca non lo indicizzino
adeguatamente. Ho visto che il blog in Italiano, invece, è molto indicizzato,
ma per uno che non parla Italiano, avere un blog in Inglese sarebbe molto
importante. Insisti e cerca di andare avanti, prima o poi riuscirai ad avere
successo, almeno io lo spero.
Adesso vengo alla ragione di questa mail. Innanzitutto mi
chiederai perché una mail (e da un indirizzo email a tempo) e non un bel post
sul forum. La risposta a me sembra quasi ovvia. Voglio preservare al massimo la
mia privacy e ho bisogno di capire come funzionano realmente le cose prima di
fidarmi di te.
Ho quasi ventitré anni, sono uno studente di discipline
scientifiche in una grande università di una città dell’Europa del Nord, dove
vivo. Nella mia università ci sono anche associazioni gay, il clima per i gay
dichiarati è piuttosto favorevole, ma il mio problema è che io non sono
dichiarato e non voglio dichiararmi perché questo mi creerebbe qualche problema
in famiglia (e non solo) o forse più che qualche problema mi provocherebbe un
po’ di imbarazzo. Conosco tanti gay dichiarati; qui, in effetti dichiararsi non
è un problema, con parecchi di quei ragazzi vado anche d’accordo ma vorrei
cercare la mia strada in un altro modo e tra poco capirai perché.
Le associazioni gay universitarie sono posti piuttosto seri
e non ho niente contro queste cose, ma lì la sessualità diventa un fatto
sociale, un argomento di conversazione, un qualcosa che deve essere condiviso e
ci sono inevitabilmente degli standard in cui io non mi riconosco pienamente.
Cerco di spiegarmi meglio, io non mi innamoro dei miei coetanei ma di uomini
adulti, i miei colleghi di corso mi considerano etero perché con loro io ho dei
classici rapporti di amicizia come quelli tra ragazzi etero, perché i miei
colleghi di università non mi attraggono sessualmente, mentre certi miei
professori sono per me anche un interesse sessuale e ovviamente un discorso
simile, in una associazione universitaria gay, suonerebbe piuttosto strano. Ho
fatto una piccola indagine tra i ragazzi gay che conosco e non ce n’è neppure
uno che abbia interessi simili ai miei, quindi ho preferito lasciare da parte
le associazioni universitarie gay.
Non c’è bisogno di dire che mi sento molto solo, anche
perché non posso parlare con nessuno della mia vera vita. E allora me ne sto da
parte ed evito di farmi coinvolgere in modo diretto. Studio molto, ho buoni
risultati, ma purtroppo non ho una mia vita affettiva-sessuale, vivo solo di
fantasie e di proiezioni.
Lo scorso anno sono stato inserito in un gruppo di laboratorio
di sei studenti, coordinato da un professore quarantenne che non è solo
bravissimo ma anche bellissimo. Certe volte si stava in laboratorio anche per
quattro ore di seguito. Una volta abbiamo messo su un esperimento che doveva
durare per sei giorni di seguito e doveva essere monitorato senza interruzioni,
giorno e notte. I miei cinque colleghi venivano solo la mattina, io mi sono
offerto di rimanere lì e di monitorare l’esperimento e, in pratica, sono
rimasto in Istituto una settimana di seguito, giorno e notte. Il professore
veniva spesso il pomeriggio e qualche volta si tratteneva anche fin oltre la
mezzanotte. Per me, vederlo era una vera felicità, parlavamo quasi soltanto
dell’esperimento, io gli ho proposto una modifica e ho cercato di spiegargliene
le ragioni, e lui mi è stato ad ascoltare con la massima attenzione e poi ha
deciso di mettere in pratica quella modifica e la cosa mi ha fatto immensamente
piacere. Le ultime due sere, è venuto in laboratorio e ha portato con sé la
cena per lui e per me e abbiamo cenato insieme. Alla fine dell’esperimento mi
ha proposto di fare con lui una piccola pubblicazione per descrivere
l’esperimento e suoi risultati. Mi ha detto che avremmo lavorato insieme per
tre giorni e che non sarebbe stato un grosso impegno.
La pubblicazione dell’articolo col mio nome dopo quello del
professore mi ha creato una situazione di imbarazzo terribile coi miei colleghi
che mi hanno considerato un opportunista e un arrampicatore sociale, ma in
effetti anche loro avrebbero potuto partecipare in modo molto più concreto alla
gestione dell’esperimento.
Il mio rapporto col professore era ottimo, ma ovviamente,
per quanto riguardava me, non si trattava solo di una collaborazione si studio
e di ricerca, io mi ero innamorato del professore, anche se non sapevo niente
di lui. Non è sposato, questo lo so di certo. Sta spesso in giro sia in Europa
che negli USA. L’ho sempre visto girare da solo, ma non ne so più tanto. Con me
era perfettamente a suo agio, ma anche molto professionale. Nelle tante ore
passate insieme abbiamo parlato solo dell’esperimento, non c’è mai stato
nemmeno un cenno alla vita privata.
Adesso il periodo del gruppo di ricerca è finito, ogni tanto
vedo il professore che va su e giù per le scale dell’Istituto, qualche volta
vado a salutarlo nel suo ufficio e un paio di volte mi ha anche invitato a
pranzo alla mensa dell’Istituto, ma non c’è mai stato nulla che andasse di un
solo centimetro fuori dal perimetro del rapporto professionale. Sui social non
ha un profilo, io ho la sua mail, ma è quella ufficiale dell’università. Non so
che fare, Project, Io me ne sono innamorato ma ho paura di combinare guai.
Molto sinceramente penso che lui abbia del tutto rimosso la vita affettiva e
ormai si sia consacrato totalmente alla ricerca, ma io ho la vaga sensazione
che la ricerca sia solo un modo per evitare di pensare. Ho la vaga sensazione
che lui sia gay e, nonostante tutta la sua ostentata professionalità, penso di
essere per lui anche una grande tentazione. Questa sensazione l’ho avuta più
volte, non saprei nemmeno dirti una ragione precisa che mi spinge a pensarlo,
ma dei piccoli sorrisi, delle frasi cominciate in un modo e finite in un altro,
delle pause troppo lunghe e certi modi di distogliere lo sguardo mi hanno fatto
pensare. Devo essere io a fare il primo passo o devo aspettare di essere fuori
dall’università, se mai ne uscirò fuori, per fare con lui un discorso da pari a
pari? Io credo che a lui accada una po’ qualcosa di simile a quello che accade
a me, ma a parti invertite. Io sono troppo giovane per lui secondo il “modello
standard” e lui è troppo vecchio per me, ma il modello standard non detto che
debba sempre valere. Ci sono molte cose che quel modello non spiega. Certo
all’università un professore non si può compromettere con uno studente, perché
effettivamente sarebbe troppo rischioso, e mano ancora uno studente può fare la
dichiarazione d’amore a un professore.
Certe volte sono tentato di rischiare il tutto per tutto e
penso che alla fine vincerei la mia scommessa, ma non lo voglio mettere in
situazioni imbarazzanti. Ecco, io continuo ad andare avanti così. Sulla soglia
di un rapporto che potrebbe essere bellissimo, e secondo me non è solo
un’ipotesi astratta, ma sia a me che a lui manca il coraggio di fare il passo
senza ritorno, sia per opportunità che soprattutto per la paura di sentirsi
rispondere con un rifiuto. È il mio primo amore e ho paura di bruciare tutto
per la fretta.
Adesso puoi capire come mi sento e che cosa posso provare.
Io sogno il mio professore ogni notte, ma non lo sogno in cattedra ma nel mio
letto, è diventata ormai una specie di ossessione… Che devo fare, Project? Ti è
mai successo di vedere situazioni simili alla mia?
Se lo credi opportuno pubblica la mail, perché è abbastanza
neutra.
G.O.
_________
Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Foum di Progetto Gay:
Read this post in English: http://gayprojectforum.altervista.org/T-a-gay-guy-in-love-with-his-professor
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento