venerdì 8 dicembre 2017
AMORE GAY E ACCETTAZIONE OLTRE I PREGIUDIZI SESSUALI
Ciao Project,
vorrei sottoporti un problema che mi ha tenuto per molto
tempo (anni) in uno stato di incertezza. Cerco di descriverti per sommi capi la
situazione. Io ho 45 anni, il mio ex-fidanzato (anche se questa espressione è
decisamente inadatta nel caso concreto) ne ha 29. Lui è il mio ex, certo, ha
avuto le sue storie dopo che ci siamo lasciati, ma alla fine non è riuscito a
stare bene con nessuno; è un ragazzo che ha avuto un passato molto difficile
con momenti di depressione profonda ma da tutto questo, o almeno dalle fasi
peggiori di tutto questo sembra sia uscito. Abbiamo mantenuto costantemente un
rapporto anche quando non stavamo più insieme. Lui è un po’ nevrotico (un bel
po’) ma tra noi c’è stato sempre un feeling speciale che è andato ben oltre il
sesso. Io penso che lui sia una persona di intelligenza superiore, anche se si
è sempre sottovalutato. Negli studi ha perso tempo per ragioni legate
soprattutto alla depressione e alle sue nevrosi, ma alla fine ha ottenuto
risultati eccellenti, ma, a parte i risultati degli studi, vedo che ha un
interesse profondo per il suo settore (tipicamente scientifico) e questo gli
provoca anche ansia perché quando si applica molto ai suoi studi e ha
l’impressione di non capire esattamente quello che sta leggendo o di non riuscire
a sviluppare le ipotesi sulle quali sta lavorando, va in crisi e in quei
momenti rischia di vanificare tutto. Col passare degli anni, però, ho notato
che queste crisi sono sempre meno profonde e che non lo distruggono più come
accadeva qualche anno fa. Non so che cosa farà nella vita oltre studiare (che è
la cosa che mi sembra più adatta per lui); fino ad ora ha realizzato molto di
più di quello che lui stesso si sarebbe immaginato all’inizio. Voglio
sottolineare che gli voglio bene in modo profondo e che tra noi c’è una
comunicazione che non ho mai avuto con nessun’altra persona. Quando sto accanto
a lui non so mai come comportarmi, anche se adesso mi faccio meno problemi. Tra
noi esiste anche qualche contatto sessuale, succede di rado ma succede, tanto
più adesso che non ha un ragazzo da diversi mesi. Io, per mia natura tendo a
creare rapporti prima di tutto affettivi e questo succede soprattutto con lui
che è tanto più giovane di me. Tendo spesso a rassicurarlo, a dirgli che gli
voglio bene, cosa che è verissima e che lui sa molto bene, ma il vero problema
si presenta sul piano sessuale, che per lui è fondamentale. Ha sempre avuto la
paura di poter essere messo da parte perché in lui la sessualità produce quasi
una specie di frenesia e ha paura che tutto questo possa mettere in crisi i
suoi partner, e qualche volta è successo. Anche io mi sono posto molte domande
ma poi ho capito che i suoi atteggiamenti nei confronti del sesso sono
condizionati dal suo passato e ho finito per pensare che in effetti non ci
fosse niente di cui essere allarmati. L’idea di allontanarlo l’ho avuta anche
io, ma solo in qualche situazione molto particolare e molto rara, alla fine
però si è sempre superato tutto e penso che il nostro rapporto, per quanto sia
strano, è comunque molto saldo. Lui mi richiede dei comportamenti sessuali che
a me non verrebbero in mente, sono cose che non mi sconvolgono affatto ma un
po’ contrastano con l mio modo di essere. Lui dice che con lui devo essere
autoritario, duro, che devo farmi rispettare, che lo devo umiliare e la cosa mi
sconcerta un po’, io qualche volta provo a fare quello che mi chiede, ma per me
è un gioco, perché stare con lui mi fa una estrema tenerezza e mi sento portato
ad abbracciarlo e non certo ad aggredirlo. Certe volte lui considera il mio
atteggiamento come un non voler capire il senso di quello che mi chiede. Ne
abbiamo parlato molto ed è evidente che nel chiedermi dei comportamenti duri,
punitivi nei suoi confronti, gioca un ruolo fondamentale il ricordo delle sue
prime esperienze. Io vorrei staccarlo dal ricordo di quelle esperienze e vorrei
che lui entrasse nella dimensione di una sessualità fatta di tenerezza e di
affetto reciproco, ma mi rendo conto che il peso dei ricordi per lui è molto
forte e che la sua visione della sessualità, ormai a 30 anni, è ancora
profondamente condizionata dalla sue prime esperienze. Certe volte è come se
volesse essere punito per qualcosa che lui deve vedere assolutamente come una
colpa, per esempio il fatto che, dopo essere stato con me, è stato con altri
ragazzi. Io di tutto questo non gli ho mai fatto una colpa, perché ho pensato
che trovarsi un ragazzo che gli volesse bene potesse essere fondamentale per la
sua vita. Lui non è un mio possesso, è solo una persona che amo e che mi ama e
di questo sono certo. Il punto è questo, Project, che devo fare? Assecondarlo
come vuole lui o mantenere una linea intermedia, cioè fare anche un po’ come
vuole lui ma senza trascurare mai di dirgli che gli voglio bene? E poi mi
chiedo se il mio cercare di allontanarlo dai suoi ricordi sia una cosa giusta o
se sia solo un tentativo di fargli chiudere forzatamente una parentesi che per
lui non è affatto chiusa. È un po’ come se lui volesse rivivere con me, ma
chiaramente in una dimensione anche affettiva, certe sue vecchie esperienze,
forse rivivendole in un modo diverso potrebbe liberarsi dalla presenza
ossessiva di quei contenuti. Vorrei sottolineare che lui ha avuto e ha dei
problemi perché ha vissuto una vita difficile, ma non è una caso patologico.
Sono felice di contare qualcosa per lui e, francamente, se lui sparisse dalla
mia vita mi sentirei maledettamente solo. Certe volte quando mi parla dei suoi
studi mi affascina anche se è sempre pronto a sottolineare che sono più le cose
non chiare di quelle chiare. Adesso vedo in lui più autostima, anche se
l’autostima non è mai stata la sua nota caratteristica. Mi sono affezionato a
lui perché lo sento molto simile a me, io non sono uno scienziato e ho vissuto
una vita molto banale finché non l’ho incontrato, ma in molti suoi
atteggiamenti e in molti suoi modi di reagire mi identifico profondamente. Non
mi ha mai imbrogliato, è generoso, ruvido ma anche affettuoso. Non vorrei
nessun altro accanto a me perché noi più che una coppia siamo una famiglia.
Quando mi chiama mi sento felice anche se non so mai come comportarmi. Anni fa
litigavamo spesso e poi ci comportavamo come se non fosse accaduto nulla,
adesso non litighiamo praticamente più e il dialogo non sembra più un confronto
duro ma un modo di raccontarci reciprocamente le nostre emozioni. Resto
incantato da come riesce in modo semplice e diretto a manifestarmi il suo
bisogno di sesso; io non saprei fare niente di simile, ma in fondo lui sa che
stargli vicino per me è la felicità e sa anche che questa è una certezza che
non verrà meno.
Aspetto la tua risposta, Project, se vuoi metti anche questa
mail nel blog. Ti ho allegato il mio contatto skype; mi farebbe piacere parlare
un po’ con te.
Leonardo
________
Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay: http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=23&t=6312
Read this post in English: http://gayprojectforum.altervista.org/T-gay-love-and-acceptance-over-sexual-biases
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