mercoledì 13 ottobre 2010

SESSUALITA' GAY FRENETICA

Questo post è dedicato ad una particolare fase (la cosiddetta fase frenetica) del processo di accettazione della omosessualità da parte di ragazzi che si scoprono gay in età adulta (dopo l’adolescenza) oltre i 18/19 anni. Anche se su Progetto Gay sono stati già pubblicati diversi articoli concernenti questo argomento, può essere utile cercare di capire in modo più preciso di che cosa si tratta.
Come è noto, un 25/30% dei ragazzi che finiscono per riconoscersi definitivamente gay ha vissuto in precedenza, in modo più o meno convinto, una vita etero, il che significa che ha vissuto, almeno in una percentuale significativa dei casi, un’adolescenza tipicamente etero, spesso con un imprinting sessuale etero e con una sessualità masturbatoria esclusivamente etero. Per questi ragazzi la percezione della propria omosessualità arriva quando ormai hanno strutturato una sessualità adulta in chiave etero non solo a livello esterno e sociale ma spesso a livello di consuetudini sessuali consolidate (sessualità di coppia e masturbazione esclusivamente etero). Nella quasi totalità di casi, questi ragazzi provengono da ambienti in cui l’omofobia o almeno una forte spinta sociale alla eterosessualità è stata un elemento caratteristico di una educazione sessuale praticamente senza nessuna possibilità di scelta autonoma. Devo sottolineare che gli atteggiamenti familiari più pericolosi non si manifestano come repressione della omosessualità, che è argomento del tutto rimosso, ma come induzione dolce, cioè subliminale, non percepibile, alla eterosessualità.
Porto un esempio per essere più esplicito. Un ragazzo 23enne mi raccontò che quando aveva 15 anni la sua famiglia era andata in vacanza al mare con la famiglia di uno zio che aveva una figlia anche 15enne. Il ragazzo, che aveva assimilato del tutto passivamente, cioè senza nessuna esperienza concreta, i modelli di comportamento etero, compresa la masturbazione in chiave etero, non era però di fatto interessato alla cugina ma preferiva giocare a pallone con gli altri ragazzi sulla spiaggia con i quali parlava di sessualità etero anche se quei discorsi risultavano interessanti non perché si parlava di ragazze ma perché erano discorsi a sfondo sessuale condotti appunto con altri ragazzi in un clima quasi di complicità. I genitori è lo zio gli regalarono un battello gonfiabile a due posti e lo indussero ad usarlo per portare la cugina in giro sul mare. Il ragazzo, trovatosi solo con la cugina, ebbe con lei i primi contatti sessuali (imprinting sessuale etero), se ne sentì gratificato e la cosa è continuò. L’incoraggiamento delle due famiglie e una sessualità facile indussero questo ragazzo a ritenersi del tutto etero per diversi anni, ad avere tre ragazze e ad avere rapporti sessuali con tutte e tre. Solo all’età di 23 anni cominciò a riflettere sul fatto che aveva un amico importante e che stare col suo amico senza nessun contatto sessuale era per lui più gratificante che stare con la sua ragazza a avere rapporti sessuali con lei. Un giorno si trovò a parlare di sesso col suo amico, interpretò alcune reticenze dell’amico come una indiretta ammissione di omosessualità e si sentì sessualmente eccitato. Il discorso andò avanti, l’equivoco si chiarì, perché l’amico, che era etero, parlò di ragazze in modo tipicamente etero. Quel colloquio fu per il nostro ragazzo 23enne la scoperta della propria omosessualità.
Ma torniamo alla questione generale. A 18/19 anni, un ragazzo che si è sentito sempre gay ha una percezione piuttosto precisa di che cosa significhi essere gay, di quali siano i meccanismi e i rischi tipici dell’innamoramento gay, in buona sostanza è cresciuto con il suo essere gay, che ormai è maturo ed ha una dimensione solidamente affettiva. Un ragazzo 18/19enne, gay fin dall’origine, ha ormai nella grande maggioranza dei casi una maturità affettiva gay che lo mette al riparo da errori grossolani di valutazione. Per un gay che si scopre gay a 22/23 anni, dopo aver vissuto una vita etero le cose sono piuttosto diverse: manca del tutto la conoscenza e l’esperienza della vita gay, che non ha nulla a che vedere con i modelli mediatici ma ha molto a che vedere con la tutela assoluta della propria riservatezza, con la prudenza sia a livello sociale sia verso i ragazzi dei quali ci si può innamorare, ma, cosa ancora più significativa, quel ragazzo 22/23enne è portato a sopravvalutare la sessualità rispetto alla dimensione affettiva: avere esperienze è di fatto una esigenza molto più urgente che costruire una storia. Le pulsioni gay più direttamente sessuali che un ragazzo che si sente gay fin dall’inizio prova nella prima adolescenza, un ragazzo che si scopre gay a 22/23 anni le prova nettamente più tardi. Nella prima adolescenza c’è il timore del mondo circostante e c’è di solito una dose non piccola di prudenza, a 22/23 anni si ha l’impressione che le pulsioni che si provano e che finalmente non provocano più sensi di colpa possano essere realizzate facilmente. È la fase dell’ “adesso mi sono accettato” come se l’accettazione a livello personale della omosessualità preludesse in modo automatico alla realizzazione di una vita di coppia pienamente soddisfacente. È qui che comincia la fase frenetica. La totale assenza di conoscenza della realtà gay porta un ragazzo in fase frenetica a considerare automaticamente gay tutte le cose che gli appaiono con quell’etichetta. Essere gay viene identificato non con il costruire una storia di affetto vero con un ragazzo ma col realizzare un contatto sessuale in tempi rapidi e attraverso i canali che si considerano tipicamente gay come le chat erotiche e i siti di incontri. E qui cominciano i rischi della fase frenetica, il primo è quello dell’aids che non deve mai essere sottovalutato e che spesso lo è in modo del tutto irresponsabile. Le chat erotiche e i siti di incontri sono luoghi in cui la quasi totalità dei frequentatori entra per cercare sesso facile, si tratta di persone che hanno molti partner e quindi ad alto rischio. Ma al di là del rischio aids se ne deve registrare un altro di tipo psicologico, legato al fatto che si finisce di fatto per identificare la realtà gay con quello che si trova nei siti di incontri e nelle chat erotiche, cosa del tutto lontana dalla realtà. Un ragazzo in fase frenetica non cerca un amore ma un’esperienza, non ha pazienza, non è prudente come i gay che sono stati sempre gay, tende invece a buttarsi facilmente nella mischia, a parlare d’amore anche di fonte a cose che con l’amore non hanno nulla a che vedere, tende a cercare il ragazzo ideale dove è assolutamente improbabile che possa trovarlo. Sottolineo che la volontà di fare esperienze appare nella grande maggioranza dei casi coperta da dichiarazioni di principio in termini di prudenza e di buoni sentimenti. La pulsione a provare è talmente forte che il ragazzo si autoinganna, non ammetterà mai di cercare sesso perché si sentirebbe squalificato, ma dirà “io ci voglio solo parlare”, “non è il sesso che mi interessa” ecc. ecc.. Un ulteriore rischio della fase frenetica è che si entri nei giri di frequentatori di locali di chat e di siti di incontri e che di fatto non se ne esca più. Quando è nella fase frenetica un ragazzo è particolarmente disponibile alla seduzione, si fa portare facilmente dalle belle parole dell’altro e finisce per seguirlo e quasi per diventarne dipendente, tipica è l’espressione: “non posso dirgli di no”. Dopo la prima delusione non segue un risveglio dalla primitiva illusione ma si passa ad una nuova illusione rimanendo sempre nello stesso ambiente. Perché si arrivi ad una presa di coscienza ci vogliono 6/12 mesi in cui si collezionano delusioni o piccole soddisfazioni che aiutano a ridimensionare e a ridisegnare del tutto il proprio essere gay.  Un’altra caratteristica spesso presente tra i ragazzi in fase frenetica è la frenesia del coming out, considerato un dovere quasi sacro che porterà un gay a vedersi accettato in famiglia, dagli amici e sul porto di lavoro. Non è un caso che i sostenitori del coming out come elemento essenziale dell’essere gay siano più numerosi tra i ragazzi che hanno avuto in precedenza una vita etero. La sottovalutazione del rischio del coming out porta parecchi ragazzi in situazioni difficili che essi poi attribuiscono genericamente all’essere gay mentre dipendono dall’esserlo in modo imprudente e sostanzialmente poco attento alla realtà circostante. Siccome tutti i modelli mediatici, a partire dalla pornografia, puntano sulla sessualità e non sull’affettività, per un ragazzo che arriva alla coscienza della propria omosessualità a 22/23 anni è molto difficile rendersi conto che l’omosessualità non è una questione di pratiche sessuali ma di sentimenti e che la soddisfazione più profonda di una ragazzo gay sta nell’amare un altro ragazzo e nel sentirsene riamato. Il superamento della fase frenetica, che è di fatto un’adolescenza gay ritardata, consiste proprio nel passaggio da una concezione tipicamente sessuale dell’essere gay ad una dimensione realmente affettiva.
Che cosa può aiutare un ragazzo ad uscire dalla fase frenetica più in fretta e senza danni? La risposta almeno in linea di principio è semplice: sono da considerare positive e utili tutte le circostanze che aiutano il ragazzo capire che cosa significa veramente essere gay. In questo senso, un forum come Progetto Gay può avere certamente una funzione come sono importantissimi i contatti, non con finalità sessuali, con altri ragazzi gay, che aiutino a capre ciò che la vita di un ragazzo gay è veramente e allontanino da modelli del tutto irrealistici. Socializzare, interagire con altri ragazzi, discutere con loro seriemente aiuta a superare le visioni mitiche, in positivo o in negativo, della realtà gay e a farsi un’idea più matura dell’essere gay. La fase frenetica, all’inizio è dominata da pulsioni molto forti ma con l’andare dei mesi la fase di passaggio al omosessualità si supera e si recupera una serenità di fondo caratteristica della vita gay adulta.
Va sottolineato che la fase frenetica in diversi casi è accompagnata anche da una permanente sessualità etero che potrebbe essere recessiva (bisessualità di passaggio) ma potrebbe anche preludere a una qualche forma di bisessualità stabile. La sessualità etero, in questi casi, è vissuta in modo limitato e con molti sensi di colpa mentre quella gay segue il tipico sviluppo frenetico.
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Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:

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