mercoledì 30 aprile 2008

DA ETERO A GAY

Questo post è dedicato a quei ragazzi che, nella loro vita, hanno sperimentato una fase etero e ad un certo punto avvertono pulsioni tipicamente omosessuali.

ANSIA DELLO SCOPRIRSI GAY
Scrivo questo post perché mi capita più volte in chat di incontrare ragazzi che vivono in età non più adolescenziale la scoperta della sessualità gay. Questo fatto crea spesso ansia e arriva a destabilizzare la vita personale di un ragazzo molto più di quando si possa immaginare. Non si tratta di una generica paura di essere gay, si tratta di scoprire progressivamente la propria vera sessualità e di imparare a viverla in modo sereno.

SCOPERTA DELL’ESSERE GAY, NON CAMBIAMENTO DI ORIENTAMENTO SESSUALE
Circa un quarto dei ragazzi gay, prima di riconoscere la propria vera identità sessuale, passa una fase di sessualità etero. Questo è un dato di fatto, è un fenomeno che non ha nulla di patologico e che non è un cambiamento di orientamento sessuale ma semplicemente uno scoprire la realtà della propria sessualità mettendo da parte progressivamente condizionamenti e timori di vario genere.

EDUCAZIONE ETEROSESSUALE
L’educazione sessuale che un ragazzo riceve dalle fonti più varie (televisione, cinema, scuola, famiglia) è praticamente tutta eterosessuale. Le questioni relative al rispetto dell’orientamento sessuale dei ragazzi gay più giovani nell’ambito della educazione sessuale è semplicemente ignorata e, di conseguenza, la sessualità etero viene passata come l’unica sessualità. Ho letto moltissimi programmi di educazione sessuale adottati nelle scuole nei quali l’omosessualità non aveva alcuno spazio, neppure minimo. Se l’omosessualità è un tabù sotto molti punti di vista lo è ancora di più a livello di educazione sessuale. Non c’è bisogno di dire che i ragazzi che parlano di sessualità con i loro genitori sono una ristrettissima minoranza e quelli che parlano con i loro genitori di omosessualità sono rarissime eccezioni. Per non dire poi degli ambienti religiosi nei quali l’equazione omosessuale = disordine morale provoca danni gravissimi. L’omosessualità è una realtà che interessa percentuali considerevoli della popolazione ma di questo fatto non si tiene mai conto e un ragazzo, che se ne renda conto o meno, non vive in un ambiente libero ma in un ambiente in cui la sua sessualità è indirizzata in modo automatico verso la sessualità etero.

PRIME ESPERIENZE SESSUALI
Le prime esperienze sessuali sono per un ragazzo un momento delicatissimo. La prima esperienza sessuale è vissuta molto spesso in età molto precoce come una esperienza di tipo individuale e non in una dimensione realmente interpersonale. Quando un ragazzo molto giovane si lascia coinvolgere in una situazione con forti risvolti sessuali la sua gratificazione dipende, più che dall’altro, dalle sue stesse sensazioni. L’erezione, il contatto sessuale e l’orgasmo sono il contenuto principale del rapporto sessuale, al di là delle dimensioni comunicative che sono percepite in modo piuttosto vago. Molto spesso l’attrattiva esercitata dalla prima esperienza sessuale in sé finisce per prevalere anche sulla necessità di fare chiarezza sulla propria identità sessuale. Quando poi l’identità trascurata o negata è quella gay e le prime esperienze sessuali sono etero e conducono a una gratificazione immediata, la sessualità realizzata nella prima esperienza sessuale tende a stabilizzarsi perché, a breve, è la soluzione più gratificante. Il sesso etero è facilmente accessibile, quello gay lo è molto meno, quindi si tende a ripetere esperienze analoghe alle prime esperienze sessuali. Per quanto possa sembrare paradossale, nella sessualità esiste una componente abitudinaria e quando le prime esperienze sono state etero è quasi automatico che si prosegua sulla stessa linea. La negazione dell’identità gay è molto più rara tra i ragazzi che non hanno esperienze sessuali concrete, per loro il condizionamento derivante da una “iniziazione” eterosessuale indotta dall’educazione o da condizioni ambientali non c’è.

CONSEGUENZE DELLA EDUCAZIONE ETROSESSUALE DEI RAGAZZI GAY
Quando un ragazzo la cui sessualità spontanea sarebbe gay, subisce (ed è proprio il caso di dire subisce) una educazione sessuale etero e vive le prime esperienze sessuali etero, vedendo i suoi comportamenti accettati, non sarà indotto a farsi troppe domande in proposito. Valuterà positivamente la sua presunta eterosessualità perché conforme al modello unico di sessualità che ha ricevuto e considererà l’omosessualità cosa non sua e da condannare perché non conforme a quel modello. Tutto questo conferma un ragazzo nella sua convinzione di eterosessualità. Il ragionamento tuttavia trascura un presupposto essenziale che è la dimensione libera della sessualità. I veri orientamenti sessuali si manifestano solo ed esclusivamente in condizioni di libertà e l’educazione eterosessuale imposta a tutti i ragazzi indistintamente, senza il rispetto del loro orientamento sessuale spontaneo, spinge a sentirsi eterosessuali ragazzi non lo sarebbero affatto in condizioni di libertà.

RAPPORTI SESSUALI E MASTURBAZIONE
Nel cammino vesto la coscienza della omosessualità, molti ragazzi si trovano di fronte ad un’esperienza che appare strana ai loro occhi: pur continuando ad avere rapporti sessuali con le ragazze, quando si masturbano non pensano alle ragazze o soltanto alle ragazze. In genere la cosa si manifesta gradualmente: la fantasia masturbatoria parte dall’immagine di un ragazzo come compagno di giochi eterosessuali e in questa forma è accettabile, poi nelle fantasie compaiono anche contatti omosessuali. A questo punto, in genere, la gradevolezza della masturbazione si fa problematica perché un ragazzo che continua ad avere rapporti eterosessuali in modo più o meno gratificante, non si spiega come mai le sue fantasie si orientino sempre più verso dimensioni tipicamente gay. La consapevolezza di non pensare alle ragazze o soltanto alle ragazze durante la masturbazione può mettere in crisi un ragazzo in modo piuttosto serio perché si tratta delle prima presa di coscienza della propria omosessualità. Ci si rende conto che si sta andando fuori dai binari della sessualità etero acquisiti con l’educazione eterosessuale e si vive il fatto come segno di una possibile emarginazione se non di sofferenza, quella sofferenza che se si fosse etero non ci sarebbe. Anche questo ragionamento non regge perché l’essere gay non ha in sé nulla di negativo ed è solo una educazione sessuale sbagliata che ha, del tutto gratuitamente, accreditato l’equazione gay = sofferenza come speculare all’altra equazione etero = felicità.

SESSUALITÀ E AFFETTIVITÀ GAY
Quando un ragazzo che ha vissuto esperienze eterosessuali scopre la sua omosessualità ne vede contemporaneamente due diversi aspetti: quello propriamente sessuale e quello affettivo, in altri termini non prova soltanto desideri sessuali ma si innamora, cosa che con le ragazze non gli accadeva in modo profondo, si accorge che l’essere gay non solo gli provoca un coinvolgimento sessuale autenticamente suo ma lo porta a vivere l’esperienza travolgente dell’innamoramento e dell’amore, in altre parole scopre la sua dimensione affettiva profonda e in genere resta stupito della forza dei suoi stessi sentimenti che non hanno nulla di simile a quanto aveva vissuto in chiave etero. La scoperta dell’amore gay coinvolge la sessualità e le dà un valore e un significato comunicativo, interpersonale, affettivo nel senso profondo del termine, la rende cioè un modo di volersi bene mirato alla felicità dell’altro in una dimensione altruistica. Per quanto appaia paradossale, la scoperta della serietà e della potenza dell’amore gay può effettivamente sconvolgere, ma si tratta finalmente della scoperta della propria vera sessualità e della propria vera affettività.

IL SENSO LIBERATORIO DEL RICONOSCERSI GAY
Vorrei concludere questo post rassicurando tutti i ragazzi che si scoprono gay provenendo da esperienze eterosessuali, vorrei dire loro che nonostante i momenti di ansia e di timore che possono attraversare nel loro cammino verso il riconoscimento della loro identità sessuale, possono stare certi che non stanno andando verso realtà paurose o verso l’infelicità ma stanno solo scoprendo la loro vera identità, che è una identità di moralità alta, di affetti profondi, di ricchezza interiore e di generosità. Le cose delle quali ho parlato in questo post non hanno nulla di patologico (nonostante i pregiudizi diffusi dovuti all’ignoranza), si tratta dell’esperienza reale di molte migliaia di ragazzi che si vanno liberando dai condizionamenti e vanno riscoprendo la loro autenticità.

Se volete, potete partecipare alla discussione di questo articolo aperta sul Forum di Progetto Gay: http://progettogay.forumfree.net/?t=27532544

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