giovedì 10 luglio 2008

HO SOLO QUALCHE FANTASIA GAY

Nella vita di molti ragazzi si presenta ad un certo punto qualcosa di nuovo e di imprevisto che suscita curiosità e talora turbamento. Si tratta di piccole cose, che possono presentarsi in modo diverso a seconda dell’età del ragazzo e delle sue precedenti esperienze sessuali, ma di queste cose è indispensabile capire la portata e il significato. Elenco qui a puro titolo esemplificativo alcune delle situazioni più tipiche:

1) AMICIZIA AMOROSA - “Avverto la necessità della presenza fisica di un mio amico, sono felice quando c’è e sono triste quando non c’è, non vedo l’ora di rivederlo, la sua voce si è stampata nel mio cervello, tra noi c’è una confidenza totale, ci diciamo tutto, io per lui farei qualunque cosa, quando non c’è mi manca, quando mi chiama al cellulare mi batte il cuore fortissimo e mi viene l’ansia, passerei con lui tutto il tempo possibile, quando lo vedo con una ragazza sono geloso, e anche quando parla con altri ragazzi”. Queste espressioni, interpretate comunemente come forme di semplice amicizia mostrano l’instaurarsi di una forma di velato innamoramento che all’apparenza non presenta all’esterno nessuna connotazione sessuale e molto spesso non presenta nessuna connotazione sessuale cosciente nemmeno per il ragazzo che vive quella amicizia amorosa. Si tratta di un coinvolgimento eminentemente affettivo, che non deve essere assolutamente sottovalutato per il solo fatto che non si presenta in forma immediatamente sessuale. Va tenuto presente che l’esperienza dell’innamoramento profondo da parte di un ragazzo gay è basata sulla continuità tra affettività e sessualità.

2) REAZIONI DI CARATTERE SESSUALE INVOLONTARIO. Riporto alcuni esempi:

a) È passato un ragazzo bellissimo, mi sono girato a guardarlo e mi stava venendo l’erezione ma mi sono controllato.

b) Nello spogliatoio mi sono fermato a guardare un mio amico che si spogliava ed ero curioso di vedere come ce l’aveva.

c) Ero seduto in macchina a parlare con un ragazzo, eravamo solo noi, a un certo punto mi è venuta l’erezione.

d) Ci siamo toccati la mano per un attimo e io ho sentito come un brivido, una specie di scossa elettrica e volevo che succedesse ancora.

e) Ho visto per strada due ragazzi che si tenevano per mano e ho provato un brivido.

f) Ho visto per terra un giornaletto gay e mi sono eccitato.

3) COMPORTAMENTI A CONTENUTO SESSUALE VOLONTARI. Riporto alcuni esempi:

a) Quando siamo andati in gita scolastica ho fatto di tutto per farmi mettere in camera con lui perché lo volevo vedere almeno in mutande.

b) In palestra ho imparato a memoria i suoi orari perché non mi voglio perdere il momento in cui si spoglia.

c) Ho cercato di fargli discorsi a sfondo sessuale per vederlo in erezione.

d) Gli ho deliberatamente passato una mano tra i capelli.

e) Durante la partita gli sono caduto addosso e per un attimo gli ho messo la mano lì.

f) Continuo sempre a pensare a lui e a tutto quello che gli farei. Insomma almeno a fantasia facciamo tanto sesso. Mi piace perché quando lo penso così vado in erezione e a me piace quando succede.

g) Mi masturbo pensandolo, in pratica è diventata una fissa!

Queste cose spesso accadono a ragazzi che hanno un ragazza e anche a ragazzi che con la loro ragazza hanno una vita sessuale regolare. La sottovalutazione degli elementi indicativi prima riportati è estremamente comune tra i ragazzi, che sono portati da pressioni ambientali, familiari e religiose ad accreditare in se stessi l’idea di essere eterosessuali. In questo modo i contenuti gay affioranti vengono rimossi o più spesso svalutati con atteggiamenti che si possono indicativamente riassumere con frasi del genere:

a) Mi succede solo quando non c’è lei.

b) Succede solo qualche volta.

c) Sono cose che controllo benissimo.

d) Sì, succede, ma mica mi sento condizionato.

e) È una specie di gioco, in fondo per me non sono quelle le cose serie.

f) Vabbe’ è successo, ma io gay non mi ci sento!

g) Vabbe’, ma che vuoi che sia!

La svalutazione dei contenuti gay conferma il ragazzo nella sua presunzione di eterosessualità e innesca un altro meccanismo volto a procurare ulteriori conferme attraverso l’esercizio della sessualità etero. Il ragazzo che sta tentando di archiviare la sua emergente omosessualità cerca di esorcizzarla in vari modi:

1) Avvia o intensifica una relazione eterosessuale centrata soprattutto sulla dimensione sessuale. “Io la ragazza ce l’ho e facciamo tutto quello che dobbiamo fare”.

2) Dà una dimensione quanto più possibile pubblica alla sua relazione eterosessuale: si fa vedere in giro con la ragazza, si fa fotografare con lei e mette le foto in internet, parla spesso dei lei con gli amici.

3) Con la ragazza omette sistematicamente di accennare alle proprie fantasie omosessuali.

4) Comincia a vivere la sessualità su due livelli: uno esterno eterosessuale basato sui rapporti eterosessuali di coppia e sulla vita sociale e uno interno omosessuale basato sulla masturbazione. Chiaramente il ragazzo che fugge dalla propria identità gay tende ad avvalorare la dimensione eterosessuale dei rapporti di coppia e a svalutare la masturbazione come elemento del tutto marginale proprio perché caratterizzato da fantasie masturbatorie gay.

Un ragazzo che si comporta come appena descritto non è un eterosessuale perché non ama una ragazza guardando al suo bene e al suo futuro ma la strumentalizza, più o meno coscientemente, al fine di coprire la propria omosessualità.

La scoperta della propria omosessualità per molti ragazzi è traumatica per ragioni culturali o a seguito di interiorizzazioni di divieti e di preconcetti di varia natura. Pur essendo questi divieti e questi preconcetti assolutamente privi di senso, essi provocano, ciò non di meno, in un ragazzo che si scopra gay, l’impressione di infrangere un tabù. Le reazioni, talvolta, possono essere anche pesantemente negative, se la demonizzazione della omosessualità non è solo di origine sociale ma deriva da esperienze personali traumatiche o sgradevoli. Provo a riassumere qui di seguito alcune espressioni che indicano lo sconcerto di fronte alla necessità di prendere coscienza dell’essere gay:

1) Io gay! No! Per carità! Non voglio, ho sempre avuto la ragazza, le donne mi sono sempre piaciute, non voglio essere gay!

2) Dove vivo io la gente è stupida e cattiva, come faccio a essere gay qui? È impossibile!

3) Io gay come quello stronzo che ti ho detto prima? No! Meglio mi ammazzo!

I RAGAZZI GAY E LA TRAPPOLA ETEROSESSUALE

I ragazzi gay, che per sfuggire alla loro omosessualità si rifugiano in una eterosessualità che non risponde al loro vero orientamento sessuale, partono dal presupposto che le relazioni eterosessuali nelle quali si imbarcano siano una specie di esperimento dal quale si può uscire come e quando si vuole. Il presupposto è tuttavia assolutamente lontano dalla realtà e il ragazzo gay si accorge ben presto di essersi cacciato un una situazione molto più complessa di quello che pensava, che coinvolge non solo la ragazza, ma i genitori di lei e tutto l’ambiente sociale circostante. In un ambiente socialmente arretrato, nel quale i problemi affettivi delle figlie sono vissuti come un affare di famiglia il cui sbocco naturale è il matrimonio, un ragazzo gay che si sia rifugiato nella eterosessualità avvertirà la sensazione di trovarsi in una specie di gabbia dorata dalla quale è difficilissimo uscire per un complesso gioco di proiezioni e di attese anche da parte della famiglia del ragazzo gay. Quando un ragazzo gay avverte che la gabbia dorata gli si sta chiudendo intono, si rende conto che gli si prospettano due opzioni alternative:

1) Rompere il fidanzamento, provocando molte e gravi reazioni da parte della ragazza, dei genitori di lei e della stessa famiglia del ragazzo gay (se il ragazzo non ha detto di essere gay a ai suoi genitori o essi non sono in grado di capire).

2) Andare avanti nonostante tutto, con la prospettiva inevitabile del matrimonio. In questo modo si evitano i problemi a breve scadenza e si entra in situazioni senza uscita, in cui o il ragazzo gay accetterà di fingere per tutta la vita di essere etero, accettando anche la vita sessuale matrimoniale che per un gay è certamente innaturale, oppure lascerà emergere la propria omosessualità dopo il matrimonio con esiti traumatici e imprevedibili.

CONSIGLI OPERATIVI

In conclusione che cosa si più consigliare ai ragazzi che avvertono elementi indicativi della loro omosessualità? La risposta potrei sintetizzarla così:

1) Non sottovalutate gli elementi che vi fanno pensare di essere gay.

2) Ricordatevi che al di là dei pregiudizi e dell’ignoranza, essere gay è una cosa alta e nobile e deve essere vissuta con dignità, senza abbassare mai il capo davanti a nessuno. L’omosessualità è uno dei modi di vivere la sessualità umana e per i gay la felicità è una condizione possibile. Per quella condizione di felicità ha senso impegnarsi con la massima serietà

3) Se non vi sentite veramente etero non impegnatevi in relazioni eterosessuali che per voi sarebbero solo una trappola.

Se volete, potete partecipare alla discussione di questo post aperta sul Forum di Progetto Gay:
http://progettogay.forumfree.net/?t=29920618

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