domenica 26 novembre 2017
GAY E AMICIZIE SPECIALI
Questo post è dedicato ad un aspetto spesso sottovalutato
delle relazioni interpersonali e in particolare delle relazioni interpersonali
tra gay, ossia al valore e al significato delle amicizie profonde tra gay.
Per introdurre l’argomento, riporto qui di seguito un brano
di una mail che ho rivenuto da un ragazzo trentunenne.
“Io non ho un ragazzo, cioè non ho una storia di coppia nel
senso che a questa espressione si dà comunemente. Ho avuto delle occasioni ma
non era esattamente quello che volevo. Puntare tutto su una sola persona, se le
cose vanno bene, può portare alla felicità, ma se le cose vanno male o
semplicemente non vano bene come si sperava, porta a lunghi periodi di stress
quando il rapporto va in crisi e lentamente viene meno. Io ho vissuto un paio
di volte questa esperienza e, francamente, non intendo ripeterla. Non so se la
mia è una rinuncia a trovare l’amore, ma francamente non credo che sia così. Il
mito del compagno ideale, del cosiddetto principe azzurro non mi convince e
francamente penso che il mio benessere personale dipenda sostanzialmente da me
e da quello che faccio molto più che da un’altra persona che dovrebbe darmi la
felicità, o meglio, l’altra persona può essere importante ma se va bene si
costruisce in due e non ci si può aspettare che tutto ci piova dal cielo con
l’arrivo del principe azzurro.
Attualmente, come ho detto non ho un ragazzo, ma ho un amico
speciale col quale qualche volta c’è anche un po’ di sesso, ma capita di rado,
siamo essenzialmente due amici che si vogliono bene, che si stimano, che si rispettano, che si capiscono, che possono
benissimo avere ciascuno la propria vita, ma che, prima di tutto, parlano
chiaro tra loro, che non si raccontano falsità, e penso che sia proprio per
questo che il nostro rapporto va avanti. Dall’ultimo incontro in cui abbiamo
fatto sesso sono passati più di due mesi, in questi due mesi un paio di volte
abbiamo fatto sesso per telefono, so bene che sembra squallido, ma per noi non
lo è mai stato, serve a confermarci nell’idea che tra noi c’è anche quel tipo
di interesse, però ci tengo a sottolineare che non è certo per il sesso che noi
stiamo, per così dire, insieme. Il nostro rapporto si basa proprio su altre
cose, che viste dall’esterno possono sembrare stupide e di nessun significato,
come per esempio il nostro modo di trasmetterci reciprocamente sicurezza circa
il fatto che continuiamo a volerci bene, e soprattutto il parlare chiaro.
Quando lui ha sentito il bisogno di stare con un altro ragazzo, me lo ha detto
nel modo più semplice. Io francamente sapevo che questo fatto non avrebbe messo
in crisi il nostro rapporto, che è andato avanti, per un po’ senza sesso, ma
con le stesse attenzioni reciproche, con le stesse sottolineature del fatto che
ci vogliamo bene. Lui ha passato un lungo periodo di problemi con
l’università e ha perso un paio d’anni,
se devo dire la verità, questo fatto mi ha creato molti più problemi del fatto
che lui stesse con un altro ragazzo, tra l’altro con un ragazzo molto serio che
gli ha voluto bene veramente. Quando è uscito dal periodo negativo e si è
rimesso a studiare me lo ha fatto sapere, senza troppe sottolineature, perché
sapeva che la cosa mi avrebbe fatto immensamente piacere. Io credo che alla
base del nostro rapporto ci sia la certezza che continueremo a volerci bene,
ovviamente senza vincoli di nessun genere, ma continueremo a volerci bene. Io
so che lui non si dimenticherà di me e che tra noi ci sarà sempre la massima
sincerità. Quando ci sentiamo per telefono ci tengo moltissimo a chiudere la
telefonata sottolineando che sono contentissimo di aver parato con lui, e sono
contentissimo veramente, lui è meno espansivo ma sa benissimo che gli vorrò
sempre bene. In effetti, ci conosciamo ormai da 10 anni e il nostro rapporto non
è mai andato veramente in crisi. Insomma, siamo una certezza uno per l’altro.
Non so se questo significa essere una coppia, in un certo senso lo siamo, ma
solo in un certo senso.”
Un’altra testimonianza può evidenziare il valore centrale
delle piccole cose.
“Caro Project, per me oggi è una giornata stupenda! Alcuni
giorni fa ho avuto occasione di conoscere un po’ più da vicino un ragazzo
bellissimo che conoscevo anche prima ma molto superficialmente. Abbiamo parlato
e un po’ mi ha stupito. Gli ho chiesto se ha una ragazzo e mi ha detto che non
è fidanzato e che adesso sta cercando altro, cioè sta cercando soprattutto
amici veri. Non nego che questa risposta ha un po’ raffreddato i miei
entusiasmi, ma poi ci siamo messi a parlare di tante cose e quello che lui mi
ha detto mi è piaciuto molto. Parliamo molto su skype, scherziamo, stiamo bene
insieme, ma ci ripetiamo sempre che si tratta solo di amicizia. Io fatico un
po’ a considerarlo solo un amico, per me è molto di più, ma lui insiste sul
fatto che siamo solo amici, anche se l’amicizia non è affatto una cosa banale,
certo non ci sono prospettive sessuali però mi rendo conto che a me ci tiene
veramente. Mi ha detto una cosa che mi ha fatto pensare molto: “Io sono gay, ma
cerco solo un amico vero, tu sei un ragazzo come si deve e mi sto affezionando
a te, ma non sono innamorato di te, sto solo bene con te.” Io mi sono chiesto
che differenza c’è. La differenza sta nel sesso? Non so proprio che cosa
pensare. Una sera viene sotto casa mia del tutto inaspettatamente e andiamo a
prendere una pizza e poi restiamo a parlare in macchina, io penso che si
arriverà a fare un po’ di sesso, ma non succede, gli dico che me lo sarei
aspettato ma mi risponde: “Te lo avevo detto, io cerco solo un amico vero, se
non ti sta bene devi dirmelo chiaro.” Penso di averlo offeso e non credo che mi
chiamerà di nuovo, ma non succede così, dopo tre giorni, torna ancora sotto
casa mia, io scendo a lui mi dice: “Solo amici?” e io gli dico: “Ok!”.”
Una terza testimonianza, interessante è di un quarantenne
single che ha creato un rapporto di amicizia con un cinquantenne, anch’egli
single.
“Ha dieci anni più di me e le sue esperienze le aveva fatte,
ma anche io avevo avuto le mie storie, come risultato abbiamo cercato di
evitare di metterci insieme per chissà quale ragione o con chissà quali
speranze, siamo rimasti su cose di basso profilo, semplici ma reali. Ci
sentiamo spesso, spesso parliamo di cose di lavoro, perché lavoriamo in settori
molto affini, ci sentiamo soprattutto nei momenti di difficoltà, quando c’è
bisogno di sfogarsi un po’. Lui ha problemi con i genitori anziani e deve
pensarci lui perché è figlio unico. Ci si vede di rado, ci si sente per
telefono in pratica ogni giorno, però non sono mai telefonate rituali o
ripetitive. Partiamo dai problemi del lavoro e poi finiamo a parlare di
tutt’altro. Ogni tanto mi propone una pizza, poi la maggior parte delle volte
non riusciamo a combinare nulla perché lui è vincolato dalla famiglia e allora
ci sentiamo per telefono e parliamo un po’. Non abbiamo mai parlato della
possibilità di trasformare il nostro rapporto in un vero rapporto di coppia,
prima di tutto perché non sarebbe possibile per ragioni logistiche e poi perché
è un’ipotesi che realmente non interessa né a lui né a me. Semplicemente stiamo
bene così. Così le cose funzionano. La telefonata non ci manca mai e ogni tanto
c’è pure una pizza, ma quando ci sono problemi seri ci sentiamo sempre. Forse
sarà un tentativo di porre un rimedio alla solitudine, però in qualche modo
funziona e gli effetti positivi li sento. Lui mi dice che adesso si sente
tranquillo, che non ha più la sensazione di avere fatto fallimento nella sua
vita, che ha recuperato una prospettiva per il futuro in modo da non
invecchiare completamente solo. Io gli dico che mi sento a mio agio, ed è
proprio così. Certo non era questo il mio sogno di tanti anni fa, ma il mio
sogno non aveva nulla di reale, mentre il mio amico (non dico nemmeno il mio
compagno) esiste veramente ed è un punto di riferimento fondamentale.”
Questi tre documenti, che rappresentano modi diversi ma
tutti non standard di vivere l’affettività e la sessualità gay, descrivono
situazioni molto più comuni di quando non si creda; sono in effetti tre
risposte diverse alla crisi del modello tradizionale di coppia. I modelli di
relazione affettiva ispirati al matrimonio eterosessuale tradizionale sono da
molti anni in crisi anche nello stesso campo eterosessuale e i tentativi di
applicarli al campo omosessuale si sono dimostrati funzionali solo in una percentuale
relativamente ridotta di casi: le coppie omosessuali stabili e rigidamente
monogamiche esistono e in tempo di HIV non è certo un fatto negativo, ma i gay
che non cercano più un rapporto di coppia di quel tipo ormai sono molto
numerosi. Tendono quindi a formarsi nuovi modelli, come le tre mail dimostrano
chiaramente. Cerchiamo ora di capire che cosa ci sia alla base di questi nuovi
modelli.
Si rileva innanzitutto che la sessualità non è l’elemento
determinante della relazione, in alcuni casi è presente in modo sporadico, cioè
non è esclusa a priori, in altri non entra in modo esplicito nel rapporto ed è
anzi tenuta deliberatamente lontana. La base di queste relazioni è
l’affettività e il valore centrale è il parlare sempre con la massima
chiarezza, cioè il non nascondere nulla al proprio amico-compagno. La fedeltà
sessuale non è un elemento fondante, mentre l’onestà nel dichiarare i propri
sentimenti lo è.
In secondo luogo viene spesso sottolineata l’assenza di
legami formali: il rapporto è totalmente libero è resiste proprio perché voluto
e rinnovato giorno dopo giorno. Paradossalmente, la stabilità deriva proprio
dall’assenza di legami formali.
In terzo luogo, l’affettività viene coltivata attraverso una
serie di attenzioni reciproche che manifestano un interesse alla persona del
proprio compagno. Quell’interesse può essere anche sessuale, ma può anche
essere semplicemente affettivo, può tradursi in un amarsi anche senza sesso, in
un rapporto di tipo quasi familiare.
L’apparente debolezza interna delle relazioni di questo tipo
le rende per un verso più rare e per l’altro più stabili delle relazioni di
tipo quasi matrimoniale basate sulla fedeltà sessuale. In altri termini, per
creare rapporti basati sull’affettività bisogna essere se stessi più che conformarsi
a modelli e bisogna aver maturato una certa esperienza della vita affettiva, ma
proprio per questo, quando queste relazioni nascono, sono il frutto di una
scelta ben meditata da parte di persone che ormai sono andate oltre le visioni
mitiche della vita di coppia.
__________
Se volete, potete partecipare alla discussione di questo
post aperta sul Forum di Progetto Gay: http://progettogayforum.altervista.org/viewtopic.php?f=22&t=6303
If you like, you can join the
discussion on this post on Gay Project Forum: http://gayprojectforum.altervista.org/T-gays-and-special-friendships
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