martedì 3 marzo 2015

JOHN ADDINGTON SYMONDS, UN PROBLEMA DI ETICA MODERNA

Prefazione di Project
Sono da sempre un ammiratore di John Addington Symonds, ho pubblicato online nella biblioteca di Progetto Gay un saggio su di lui e ritengo sia doveroso farne conoscere l’opera anche agli omosessuali del XXI secolo. Il testo che mi accingo a tradurre è interessantissimo, parte da una sintetica descrizione del punto di vista cristiano sulla omosessualità, analizza la distinzione tra letteratura pornografica e letteratura omosessuale descrittiva, analizza poi il punto di vista della medicina legale secondo Tardieu e quello della psicologia clinica secondo Moreau, Tarnowsky, Krafft-Ebing e Lombroso, prende in esame la letteratura storica e antropologica sul tema della omosessualità, quella polemica di Karl Heinrich Ulrichs e quella idealistica di Walt Whitman. 
Il saggio, pur se nella forma e nel linguaggio è ancora tipicamente ottocentesco, è uno dei primi tentativi di affrontare il tema dell’omosessualità con metodo autenticamente scientifico. Symonds è un pioniere senza preconcetti, che ha cercato, con tutti i mezzi che gli erano accessibili, di approfondire seriamente l’argomento; sono gli uomini come lui che hanno avviato il processo di emancipazione della omosessualità, i cui frutti, quantunque incompleti, hanno cambiato e continueranno a cambiare la vita degli omosessuali.
Il testo originale in Inglese e facilmente accessibile (per esempio:
http://www.gutenberg.org/ebooks/32588) e ne esiste anche la copia audio liberamente scaricabile, letta lentamente in un Inglese perfetto;
https://librivox.org/author/2231?primar … et_results )
Eccovi la prima parte.

UN PROBLEMA DI ETICA MODERNA
OSSIA
UN’INDAGINE SUL FENOMENO DELL’INVERSIONE SESSUALE
INDIRIZZATA IN PARTICOLARE A MEDICI PSICOLOGI E GIURISTI
DI
JOHN ADDINGTON SYMONDS
LONDON
1896
Traduzione di Project, 
Per la BIBLIOTECA DI PROGETTO GAY
INTRODUZIONE.
C’è una passione, o una perversione del desiderio che, come tutte le passioni umane, ha avuto una parte considerevole nella storia del mondo, nel bene o nel male, ma non ha ancora ricevuto l’attenzione filosofica e l’indagine scientifica che merita. La ragione di ciò può essere nel fatto che in tutte le società cristiane la passione in questione è stata condannata alla condizione di paria; di conseguenza, la filosofia e la scienza non si sono degnate di farne oggetto di specifica analisi. Solo un grande popolo in epoche passate, il popolo greco, al quale dobbiamo l’eredità delle nostre idee, è riuscito a sollevarla al livello di entusiasmo cavalleresco. Tuttavia, la troviamo presente ovunque e in tutti i periodi della storia. Non possiamo prendere in considerazione i libri religiosi, i codici legali, gli annali, le descrizioni dei costumi di una qualsiasi nazione, grande o piccola, potente o debole, civile o selvaggia, senza incontrare questa passione in una forma o nell’altra. A volte assume l’atteggiamento calmo e dignitoso di un merito cosciente, come a Sparta, Atene, Tebe, a volte si rintana nelle buche e negli angoli, nascondendo la testa imbarazzata e si ritira dalla luce del giorno, come nelle capitali dell’Europa moderna.
Ci si presenta nelle steppe dell’Asia, dove orde di nomadi bevono il latte di cavalle; nel bivacco dei guerrieri Keltish, che giace avvolta in pelli di lupo intorno ai fuochi del loro campo; sulle sabbie d’Arabia, dove il Beduino solleva la polvere del deserto in squadroni volanti. La riconosciamo tra i palmeti delle isole dei mari del Sud, nelle case di carta e nei templi-giardino del Giappone, dentro le capanne di neve degli Eschimesi, sotto l’afosa vegetazione del Perù, oltre le correnti di Shiraz e le acque del Gange, nella chiara aria fredda di inverni scandinavi. Pulsa nelle nostre grandi città, il suo battito può essere sentito a Londra, a Parigi, a Berlino, a Vienna, non meno che a Costantinopoli, a Napoli, a Teheran e a Mosca. Questa passione si trova una casa nelle valli alpine, nei burroni albanesi e nei canyon californiani, nelle gole delle montagne caucasiche e, una volta seduta, vestita di porpora imperiale, sul trono dei Cesari romani o coronata con la tiara sulla cattedra di San Pietro. Si è messa in mostra, decorata con le araldiche di Francia e Inghilterra, in cerimonie di incoronazione a Reims e Westminster. I palazzi reali di Madrid e Aranjuez raccontano storie che la riguardano. Così fanno i cortili in rovina di Granada e il castello-fortezza di Avignone. Brillava con chiaro splendore nelle palestre dell’Ellade e rendeva più forti gli eroi della libertà greca che stavano per morire per la loro ultima speranza vana sulle pianure di Cheronea. Dotata di vita inesauribile, a dispetto di tutto quello che è stato fatto per sopprimerla, questa passione sopravvive largamente negli stati e nelle città moderne, penetra la società, si fa sentire in ogni parte del globo, dove uomini sono avvezzi alla familiarità con altri uomini.
Ma nessuno osa parlarne; o se lo fanno, trattengono il fiato, e fanno precedere le loro osservazioni da condanne.
Coloro che leggeranno queste righe saranno difficilmente in dubbio su quale sia la passione alla quale faccio riferimento. Ciò che è stato attestato sempre, dovunque e da tutti sicuramente merita un nome. Eppure faccio fatica a trovare un nome che non sembri sporcare queste pagine. Le lingue d’Europa, perfezionatesi nel XIX secolo, non forniscono alcun termine per questa caratteristica persistente della psicologia umana, che non comporti una qualche implicazione di disgusto, di vergogna o di vituperio. La scienza, però, recentemente – proprio negli ultimi venti anni – ha inventato un’espressione conveniente, che non pregiudica la questione in esame. Essa parla di “istinto sessuale invertito”, e con tale espressione neutra il ricercatore ha buone ragioni per essere soddisfatto.
La sessualità invertita, l’istinto sessuale deviato dal suo canale normale, diretto (nel caso dei maschi) ai maschi, costituisce l’argomento del discorso che seguirà. Lo studio sarà limitato ai tempi moderni, e a quelle nazioni che considerano il fenomeno con avversione religiosa. Questo rende l’indagine particolarmente difficile, ed espone il ricercatore, a meno che non sia un esperto in malattie della mente e dei centri nervosi, al rischio almeno di qualche interpretazione errata. Tuttavia, non vi è alcuna ragione valida per cui il compito di istruzione e di analisi non debba essere intrapreso. In effetti, ci si potrebbe piuttosto chiedere perché gli osservatori imparziali e curiosi dell’umanità non hanno tentato di capire un problema che devono affrontare ad ogni svolta nelle loro ricerche storiche e nella vita quotidiana. Senza dubbio la loro trascuratezza è dovuta ad una naturale o acquisita ripugnanza e ai sentimenti di disgusto e di odio derivanti da una tradizione immemorabile e distruttiva delle simpatie che dovrebbero animare un pioniere davvero zelante.
Tuttavia, ciò che è umano non è estraneo a nessun essere umano. Ciò che la legge punisce ma, a dispetto della legge, persiste e si rinvigorisce, dovrebbe richiamare l’attenzione. Tutti noi siamo responsabili in qualche misura del mantenimento e dell’applicazione delle nostre leggi. Come certamente la scienza evolutiva insegna, siamo tutti interessati ai fatti dell’antropologia, per quanto repellenti alcuni di questi possono essere per i nostri sentimenti. Non possiamo eludere le condizioni di atavismo e di eredità. Ogni famiglia corre il rischio di mettere al mondo un ragazzo o una ragazza la cui vita sarà amareggiata dalla sessualità invertita ma, sotto tutti gli altri aspetti, non sarà né migliore né peggiore di quella dei membri normali della casa. Sicuramente, poi, è nostro dovere e nostro interesse imparare quello che possiamo sulla natura di questa passione e arrivare attraverso la comprensione ad un metodo razionale per trattare con essa.
I. IL PUNTO DI VISTA CRISTIANO.
Dal momento che questa analisi è limitata alle reali condizioni della vita contemporanea, non abbiamo bisogno di discutere i vari modi in cui il fenomeno dell’inversione sessuale è stato praticamente trattato dai popoli con le cui tradizioni e religioni non abbiamo affinità.
D’altra parte, è della massima importanza arrivare ad una visione corretta dei passaggi con cui le nazioni cristiane, separandosi dal paganesimo antico, hanno introdotto una nuova e rigorosa moralità nella loro concezione di questo argomento, e hanno fatto rispettare le loro opinioni etiche attraverso divieti legali di tipo veramente terribile.
Senza sminuire o valutare pregiudizialmente questa nuova moralità, ormai quasi universalmente considerata come un grande progresso in avanti rispetto all’etica del precedente mondo pagano, si deve osservare che essa è sorta quando la scienza non esisteva, quando lo studio dell’umanità non era emerso dalla culla, e quando la teologia era in ascesa. Non dobbiamo dunque aspettarci da essa distinzioni fini, né indagini antropologiche, né analisi psicologiche, né spirito di tolleranza. Essa semplicemente decretava che quello che era stato fino ad allora considerato immorale, nel peggiore dei casi dovesse ormai essere classificato tra i crimini contro Dio, contro la natura, contro l’umanità e contro lo stato.
Aprendo la Bibbia, vi troviamo gravi sanzioni collegate all’inversione sessuale dalla legge mosaica, nell’interesse della popolazione e in sintonia con la teoria ebraica dell’abominio di Dio. La lezione è trasmessa tramite la leggenda delle due città, Sodoma e Gomorra, distrutte dal fuoco a causa della loro abitudinario indulgere a trasgressioni sessuali non normali. Qui le “fiamme vendicatrici” del codice romano appaiono per la prima volta, il rogo e le fiamme, cui la normativa medioevale condannava i trasgressori di questo tipo.
San Paolo, imbevuto di etica ebraica, denunciò la corruzione dei Gentili in queste parole: “Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami: poiché anche le loro donne hanno cambiato l’uso naturale in quello che è contro natura: e allo stesso modo anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri; gli uomini con gli uomini per fare ciò che è sconveniente, e ricevendo in se stessi la giusta ricompensa del loro errore”.
Cristo non ha pronunciato nessun giudizio su quello che oggi chiamiamo l’inversione sessuale. Né una luce né una guida viene da Lui, salvo quanto può essere indirettamente derivato dal suo comportamento verso la donna sorpresa in adulterio.
Quando l’Impero adottò il cristianesimo, aveva quindi le tradizioni della legge mosaica e il primo capitolo della Lettera ai Romani per guidare i suoi legislatori su questo argomento. Gli imperatori sentivano oscuramente che i principali impulsi dell’energia umana andavano progressivamente indebolendosi; la popolazione tendeva a diminuire; il territorio dell’impero si riduceva lentamente di anno in anno sotto i loro occhi. In quanto depositari di una religione superiore e di una morale più nobile, si sentirono in dovere di sradicare le usanze pagane e di dispiegare la bandiera della purezza sociale. La corruzione delle città romane era diventata abominevole. La pigrizia e la viltà dei cittadini romani minacciavano rovinosamente la convivenza civile. Reprimere gli appetiti sessuali non era compito del sovrano. Era fin troppo evidente che questi desideri naturali non predisponevano più il popolo alla procreazione e ad una fertilità sufficiente. La generazione nata sul suolo romano era inadeguata a far fronte alla marea di barbari che muovevano all’assalto. La saggezza si limitava ad un tentativo di riabilitare il matrimonio, la vita domestica di famiglia, nel frattempo un certo vizio sollevava sommosse nella la società, un vizio per il quale il Signore aveva fatto piovere fuoco e zolfo su Sodoma, un vizio che il codice di Mosè puniva con la morte, un vizio considerato da san Paolo la giusta ricompensa del proprio traviamento.”
Giustiniano, nel 538 d.C., sembra essere stato terrorizzato da carestie, terremoti e pestilenze. Vide, o finse di vedere in queste calamità la mano vendicatrice di Geova, la “ricompensa che era opportuna” misteriosamente profetizzata da San Paolo. Allora egli fulminò il suo editto contro i peccatori contro natura, e per questo essi furono condannati ai tormenti e alla pena suprema della morte. Il preambolo alla sua celebre Novella 77 riporta i principi su cui la Novella è stata formata: “Per paura che, come risultato di questi atti empi, intere città siano messe a morte insieme ai loro abitanti, come ci insegna la Sacra Scrittura, cioè che attraverso questi atti le città sono morte con gli uomini che vi si trovavano … è a causa di tali crimini che le carestie e i terremoti hanno luogo, e anche le pestilenze.”
Prima di Giustiniano, sia Costantino che Teodosio avevano approvato leggi contro l’inversione sessuale, condannando i colpevoli alle “fiamme vendicatrici”. Ma queste leggi non erano state rigidamente applicate, e l’opinione moderna sul tema si può dire che derivi dalla legislazione di Giustiniano. L’opinione comune, in materia di costumi e comportamenti, segue sempre la legge. Anche se gli editti imperiali non potevano sradicare una passione che è insita nella natura umana, ebbero comunque l’effetto di indurre a punizioni estreme in tutti i codici delle nazioni cristiane, e di creare un’antipatia sociale permanente.
II. ERRORI COMUNI.
Le osservazioni Gibbon sulla legislazione di Costantino, Teodosio e Giustiniano forniscono un discreto esempio del modo in cui gli uomini colti e di mente aperta hanno a tutt’oggi considerato ciò che, dopo tutto, è un fenomeno degno di considerazione fredda e calma. “Tocco”, dice, “con riluttanza, e tratto di mala voglia un vizio molto odioso, di cui la modestia rifiuta il nome e la natura detesta l’idea.” Dopo una breve allusione alla morale etrusca, greca, e romana, procede ad esaminare i decreti di Costantino: l’ adulterio fu dichiarato per la prima volta reato capitale e le stesse pene furono inflitte ai colpevoli di pederastia attiva di pederastia; e tutti i criminali, di condizione libera o servile, erano o annegati, o decapitati, o gettati vivi nelle fiamme vendicatrici.”1) Poi, senza ulteriori commenti, egli osserva:” Gli adulteri furono risparmiati dalla simpatia comune dell’umanità; ma gli amanti del loro stesso sesso furono perseguiti per l’indignazione generale e pia. “” Giustiniano alleviò la punizione almeno dell’infedeltà femminile: la moglie colpevole veniva condannata solo alla solitudine e alla penitenza, e al termine di due anni poteva essere richiamata tra le braccia del marito disposto a perdonare.
Ma lo stesso imperatore si dichiarò nemico implacabile della lussuria poco virile, e la crudeltà della sua persecuzione difficilmente può essere scusata dalla purezza delle sue motivazioni. In barba a ogni principio di giustizia, estese sia alle offese future che a quelle passate l’effetto dei suoi editti, salvo una preventiva concessione di un breve periodo per la confessione e il perdono. Una morte dolorosa era inflitta attraverso l’amputazione dello strumento peccaminoso, o l’inserimento di canne taglienti negli orifizi e nei tubi di più squisita sensibilità. “Una delle conseguenze di tale legislazione è facilmente prevedibile.” Una sentenza di morte e infamia era spesso fondata sulla lieve e incerta testimonianza di un bambino o di un servo: la colpa della fazione verde, dei ricchi, e dei nemici di Teodora, si presumeva dai giudici, e la pederastia divenne il reato di coloro ai quali nessun reato poteva essere imputato.”
Questo stato di cose ha prevalso ovunque le disposizioni di Giustiniano sono state adottate nelle leggi delle singole nazioni. I Catari, i Patarini, gli eretici della Provenza, i Templari, i Fraticelli, sono stati tutti accusati di crimini contro natura, torturati per estorcere loro la confessione e messi a morte. Dove niente altro poteva essere usato contro una setta impopolare, un antagonista politico, una società ricca, – un rivale in letteratura, un potente leader politico -, la criminalità innaturale veniva tirata fuori, e un grido di “Abbasso i parassiti della società” preparava il popolino per una crociata.
E convinzione comune che tutti i soggetti di inversione sessuale abbiano originariamente amato le donne, ma che, attraverso una dissolutezza mostruosa e un eccesso di malizia, che faceva venire loro a noia il piacere normale, abbiano volontariamente trasformato i loro appetiti indirizzandoli verso altri canali. Questo è vero per un certo numero. Ma nel seguito di questo saggio si dimostrerà che non si adatta assolutamente alla grande maggioranza di casi, nei quali tali istinti sono innati, e in una percentuale considerevole sono anche immodificabili. I medici legali e i medici praticanti hanno recentemente deciso di accettare questo come un dato di fatto.
È convinzione comune che un uomo che ama il suo stesso sesso debba essere spregevole, degradato, depravato, vizioso e incapace di sentimenti umani e generosi. Se la storia greca non ha smentito questa ipotesi, un po’ di indagine paziente sui costumi contemporanei sarebbe sufficiente per rimuoverla. Ma la gente non si prenderà certo questa briga su una questione che, come dice Gibbon, essi “toccano con riluttanza e trattano con fastidio.” Coloro che, invece, sono obbligati a farlo trovano con sorpresa che “tra gli uomini, che sono soggetti a questo vizio deplorevole ci sono anche parecchie presone intelligenti, di talento, e persone di elevata posizione sociale, di carattere eccellente e anche nobile.”2) Il volgo si aspetta di scoprire gli oggetti della sua accesa animosità nella feccia dell’umanità. Ma queste persone si possono incontrare ogni giorno in salotti, tribunali, banche, università, mense, sulle panchine, sui troni, sulle cattedre dei professori, sotto la camiciola del lavoratore, sotto la tonaca del prete, sotto le spalline del funzionario, sotto il camiciotto del contadino, sotto la parrucca dell’avvocato, sotto il mantello di un pari del regno, sotto il costume dell’attore, sotto il collant dell’atleta, o sotto l’abito dell’accademico.
È convinzione comune che l’atto e anzi solo l’atto innominabile è ciò che gli amanti cercano come fonte della loro gratificazione innaturale, e che quell’atto produce malattia spinale, epilessia, consunzione, idropisia, e simili.3) Non c’è nulla di più sbagliato, come i casi analizzati scientificamente di peccatori dichiarati e adulti dimostrano ampiamente. E non è neppure vero che essi normalmente o di solito preferiscono al Venere avversa; né, quando questo accade, essi mostrano i segni particolari di sofferenza in salute.4) L’eccesso in qualsiasi piacere venereo produce malattie di esaurimento nervoso e di nutrizione imperfetta. Ma non si può dimostrare che l’indulgenza verso gli istinti sessuali invertiti, entro debiti limiti, sia particolarmente pericolosa. Se fosse così, i Dori e gli Ateniesi, tra cui Sofocle, Pindaro, Eschine, Epaminonda, tutti i re spartani e i generali, la legione tebana, Fidia, Platone, sarebbero stati un popolo di traballanti, tisici, idropici e paralitici. Il grano di verità contenuto in questo errore volgare è che, secondo le leggi e le ostilità prevalenti nella società moderna, la passione invertita deve essere assecondata furtivamente, spasmodicamente, istericamente; che la repressione di essa attraverso la paura e la vergogna spesso conduce alle abitudini di auto-abuso; e che le sue sollecitazioni invincibili a volte la trasformano da sana manifestazione della natura sessuale in una monomania morbosa.5) E’ anche vero che i prostituti maschi di mestiere, come le loro controparti femminili, soffrono di disturbi locali e costituzionali, come è naturale.6)
E’ credenza comune che i ragazzi di minore età siano particolarmente inclini alla corruzione. Questo errore non deve essere confutato qui. Chi sceglie di leggere i casi registrati da Casper-Liman, Casper nel suo Novellen, Krafft-Ebing, e Ulrichs, o di seguire gli sviluppi del presente trattato, o di guardare le abitudini di Londra dopo il tramonto, si convincerà della sua assurdità. I ragazzi giovani sono meno esposti a pericoli da parte di voluttuosi anormali di quanto le giovani ragazze lo siano da parte di voluttuosi normali.
E’ convinzione comune che tutti i soggetti di istinto invertito portino i loro desideri scritti nei loro volti; che siano pallidi, languidi, profumati, effeminati, truccati, timidi, obliqui nell’espressione. Questo errore volgare si basa su un’osservazione imperfetta. Gli individui di un certo gruppo di tali persone sono indubbiamente femminili e, dalla loro prima giovinezza, hanno dimostrato spiccata propensione per le abitudini e l’abito delle donne; e quando sono adulti, fanno tutto quanto in loro potere per cancellare la loro virilità. È ugualmente vero che tali maschi non sessuati possiedono una forte attrazione per alcuni individui anormali. Ma è un grosso errore pensare che tutta la tribù manifesti questi caratteri. La maggior parte non differisce in alcun dettaglio dell’aspetto esteriore, del fisico, o dell’abito dagli uomini normali. Sono atletici, maschili nelle abitudini, franchi nel comportamento, e trascorrono anno dopo anno in società senza destare sospetti circa il loro temperamento interiore. Se non fosse così, la società avrebbe aperto gli occhi molto tempo fa sulla la quantità di sessualità pervertita che essa ospita.
Il risultato di questo discorso sugli errori volgari è che l’opinione comune è costruita su una serie di equivoci e confusioni contraddittorie. Inoltre, è stato dato per scontato che “indagare gli istinti depravati dell’umanità è inutile e disgustoso.” Di conseguenza, l’argomento è stato imperfettamente studiato3nobi e individui appartenenti a gruppi radicalmente diversi sono confusi in un vago sentimento di riprovazione. Supponendo che siano tutti abominevoli, la società si accontenta di punirli indiscriminatamente. Il debosciato depravato che abusa dei ragazzi riceve lo stesso trattamento del giovane uomo che ama un compagno. Il prostituto di sesso maschile che si guadagna denaro attraverso l’estorsione è poco più disprezzato di un uomo di buona famiglia e bene educato, che è stato visto camminare con dei soldati.
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1) Vindices flammæ.
2) Stieber, “Practisches Lehrbuch Der Criminal-Polizei,” 1860, cap. 19, citato da Ulrichs, “Araxes,” p. 9. Non è necessario moltiplicare prove su un punto così evidente a chiunque. Ma io comunque traduco un brano suggestivo di Mantegazza (op. Cit., P. 148). “Questo abominio infame non è confinato alle classi più vili della nostra società. Si libra nelle più alte sfere di ricchezza e di intelligenza. All’interno della gamma ristretta della mia esperienza ho conosciuto tra i sodomiti più scandalosi un giornalista francese, un poeta tedesco, uno statista italiano, e un giurista spagnolo; tutti questi sono uomini di gusto squisito e di profonda cultura “! Non sarebbe difficile stilare un elenco di re inglesi, vescovi, decani, nobili p. 12 del più alto rango, poeti, storici, drammaturghi, ufficiali dell’esercito e della marina, dipendenti pubblici, maestri nelle scuole più alla moda, medici, membri del Parlamento, giornalisti, avvocati, che nella loro vita sono stati, come dice Dante, “d’un peccato medesmo al mondo lerci”. Molti appartenenti al passato sono noti e nulla di buono poteva venire dal citare i nomi dei vivi.
3) Questa accusa contro gli uomini che sentono una forte inclinazione sessuale verso i maschi perde parte del suo significato se si considera quanto sia comune la pratica della Venere aversa tra libertini che amano le donne. Parent-Duchatelet afferma che non se ne è salvata nessuna prostituta dopo una certa età. Coffignon, nel suo libro su “La Corruption à Paris” (Pag. 324), dice: “Chaque année, il passe en traîtement à l’hôpital de Lourcine une centaine de femmes sodomistes…. Je suis persuadé qu’à l’hôpital de St. Lazare la proportion des sodomistes est encore beaucoup plus grande…. Les maîtresses de maison, professant cet odieux principe que la clientèle doit être satisfaite, ne permettent pas à une fille de se refuser à une acte de sodomie.” Tardieu (Attentats, &c., p. 198) osserva: “Chose singulière! c’est principalement des rapports conjugaux que se sont produits les faits de cette nature.”
4) Cfr Casper-Liman, vol. i., p. 182, al termine del caso 71.
5) Studiando quello che i tedeschi chiamano Casuistik circa la nostra questione in opere mediche, legali, e antropologiche, incontriamo spesso casi in cui la sessualità invertita presenta sintomi straordinari di follia apparente – strana attrazione per particolari tipi di abito, professioni concernenti l’oggetto amato, sporcizia, e così via. Ma si deve notare in primo luogo che gli stessi sintomi sono presentati anche da nature sessualmente normali (Krafft-Ebing, Osservazioni 27, 28, 29, 30, 31, 32, 33, 34, 35, 36, 37, 38, 39, e casi registrati nella nota a pagina 90); e, in secondo luogo, che se sembrano essere più frequenti negli anormali, questo è in gran parte attribuibile al fatto che solo questi ultimi casi vengono sottoposti ad osservazione da parte p. 14 di medici e giudici quando i pazienti hanno già sofferto per molti anni di tutti i dolori per un istinto costretto e defraudato. Non c’è nulla nella storia copiosa di Grecia e di Roma su questo tema che ci porti a supporre che in una società che tollerava l’inversione sessuale, gli invertiti fossero più portati verso inclinazioni sporche e degradanti o folli rispetto agli uomini e alle donne comuni. Coloro che possono indagare su tali questioni potrebbero convincersi leggendo le annotazioni di Forberg a “Ermafrodito”, “Lustseuche” di Rosenbaum, lo pseudo-Meursius, e i dialoghi pornografici di Aretino. Risulterà evidente in conclusione che sia nei tempi antichi che in quelli moderni il normale istinto sessuale è stato oggetto delle più selvagge stranezze e aberrazioni, non in persone realmente malate, ma semplicemente in individui sessualmente sfrenati, lussuriosi ei buongustai di nuove sensazioni. Le cose curiose che conosciamo circa la flagellazione e la crudeltà in relazione con l’appetito normale dovrebbero essere ricordate. Come nota finale su questo argomento, mi riferirò ad un passo citato da Tarnowsky da un lavoro di Taxil, descrivendo una classe particolarmente ripugnante di libertini di moda a Parigi chiamato “les stercoraires” (op. cit., P. 70). Confronta quello che riporta Mantegazza di un “ufficiale francese gentile” (Gli amori degli Uomini, vol. I, p. 117).
6) Vedi su questo punto Tardieu, “Attentats aux Mœurs”, Rosenbaum, “Die Lustseuche”.
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