sabato 3 luglio 2010

COPPIE GAY E SOLITUDINE

Ciao Project,
ho 38 anni, non ho un compagno o meglio non ce l’ho più, l’ho cercato per anni, all’inizio credevo che non avrei mai conosciuto un altro ragazzo gay invece poi alla fine ne ho conosciuti e anche parecchi, tutti fuori da giri strani, tutti ragazzi non dichiarati (sembra strano lo so, ma li ho incontrati), la prima volta che ho conosciuto un ragazzo gay mi è sembrato di toccare il cielo col dito e quando ho capito che era interessato a me ero proprio in orbita, avevo 23 anni, poi le cose tra noi sono andate bene per un po’ ma dopo piano piano non è stata più la stessa cosa. È un bravissimo ragazzo che ormai non sento più da parecchio tempo. Quando è finita ci sono rimasto un po’ stranito ma me lo aspettavo, era in qualche modo inevitabile. Sarà stata la noia, il fatto di conoscersi veramente (abbiamo anche convissuto per tre anni), fatto sta che a un certo punto ci siamo accorti che non avevamo più una spinta vera per restare insieme, non parlo nemmeno di spinta sessuale. In pratica all’inizio abbiamo vissuto di entusiasmi perché ognuno si era immaginato che l’altro fosse come ce lo aveva in testa lui, poi abbiamo capito che non era così e le cose sono andate a spegnersi. Non abbiamo mai litigato, ma eravamo al punto che eravamo di impaccio l’uno per l’altro e allora ci siamo lasciati. Qualche rimpianto certo c’è stato e da tutte e due le parti, ma la volontà di ricominciare da capo non l’abbiamo avuta. Dopo ho conosciuto altri quattro ragazzi, con i primi tre ho avuto solo rapporti sessuali, una cosa tutto sommato gradevole ma non eravamo innamorati o forse lo siamo stati solo nei primissimi tempi ma sono state cose che non sono mai durate più di sei mesi, con l’ultimo invece c’era anche un’intesa ad altri livelli, stavamo bene e abbiamo deciso di vivere insieme. È durata quattro anni. Diciamo che è stata una cosa più voluta che vissuta con l’entusiasmo degli innamorati. Lui è una bravissima persona, lo stimo, gli voglio bene, ne sono stato anche innamorato nel vero senso della parola ma anche questa volta solo all’inizio, quando abbiamo cominciato a vivere insieme mi sono accorto che aveva un mondo tutto suo e lui ha capito che io ne avevo uno tutto mio, alla fine stavamo insieme per conforto reciproco. Poi ci siamo separati. Vorrei sottolineare che le mie due storie importanti non sono finite per ragioni di tradimento o per cose simili ma per il fatto che di fatto continuavamo ad essere due persone distinte con due mondi distinti. All’inizio c’era l’illusione che il sesso e anche l’amore affettivo potessero costituire un elemento in grado di farci superare i particolarismi e le nostre specifiche maniere di vedere la vita, ma alla fine non abbiamo costruito realmente qualcosa di comune. In questi giorni, a 38 anni, mi capita di aver conosciuto un ragazzo di 27, un ragazzo gay, non dichiarato, tra l’altro un bel ragazzo che mi attrae molto fisicamente. Ho l’impressione che lui a costruire qualcosa ci proverebbe anche seriemente ma io francamente non me la sento. Sarebbe come ripetere per la terza volta la stessa storia. Con gli altri ragazzi eravamo arrivati all’idea di convivere attraverso il sesso, cioè piano piano si arrivava a una forma di coinvolgimento sessuale reciproco e poi ci si illudeva che quello fosse il senso di un rapporto di coppia, come se il sesso potesse operare il miracolo e fare di due ragazzi una cosa sola. Questa volta non me la sento, non perché non sia sessualmente ed affettivamente coinvolto, anzi! Ma perché ormai non ci credo più. Quello che non mi sta bene è proprio il fatto che ci si possa piano piano ricadere per finire poi come tutte le volte precedenti, con un arrivederci e grazie. Mi piacerebbe tenere questo ragazzo come amico, ma pure lì a una certa distanza. Temo che lui abbia cominciato ad innamorarsi di me, lo vedo dal fatto che lo sento dipendente da me, che non mi dice mai di no, che si adegua a tutto quello che crede vada bene a me. In un certo senso mi fa tenerezza ma mi fa anche un po’ pena, ma non lo voglio fare soffrire, se adesso ci buttiamo in una storia che poi finirà regolarmente per stanchezza reciproca, alla fine ci staremo male in due e lui starà sicuramente peggio di me, perché io ormai verso queste cose mi sento vaccinato mentre per lui è la prima volta. Mi dice che sono una persona di cui si fida totalmente e io gli ripeto che per essere gay bisogna prima di tutto imparare ad essere soli nel senso che se sei gay la solitudine è il tuo modo di vita normale, ti puoi anche innamorare e puoi anche convivere, ma poi finisce e la solitudine torna. Se non sai stare solo il fatto di essere gay lo vivi male, ma se alla solitudine non solo ci fai il callo ma cominci a trovarci anche qualcosa di positivo, alla fine essere gay non ti pesa più. Verso questo ragazzo ho un dovere: quello ci non raccontare frottole, di non parlare di cose sublimi ma di mezze cose vere, non di amore totale, ma di come trovare un equilibrio in due. Project, so quello che pensi tu delle coppie gay, cioè di come dovrebbero essere, tu sottolinei molto che ci deve essere amore, e questo è giusto ma l’amore vero, quello che ho conosciuto io, è molto più tiepido di come lo dipingi tu e lo stesso vale per il sesso, sì è importante, e chi lo nega, però non basta nemmeno quello a fondere due persone. Amarsi in una coppia gay significa voler amare l’altro (e sottolineo il verbo volere) per quello che è realmente, non si tratta di essere due metà di un tutto ma di essere due singoli che si stimano, si rispettano ma che capiscono senza illudersi che l’altro è altro e resterà altro comunque. Il ragazzo che si è innamorato di me vuole provare seriamente una convivenza e sono convinto che ci si metterebbe con tutta la buona volontà, lui è convinto che riuscirebbe a cambiarmi la vita, io, francamente, non dico che sono convinto del contrario ma mi aspetto al massimo un bel rapporto che possa durare qualche anno. In una situazione del genere, che vivo da disilluso, secondo te che devo fare? Al di là di dirgli la verità non posso andare. Se gli dico di no gli faccio male adesso e se gli dico di sì gli farò male dopo. Ho l’impressione che lui sogni da un rapporto di copia delle cose che dopo non potrà comunque ottenere. Realmente non so che fare, per me non è una scelta di istinto, è veramente una decisione da prendere perché a questo ragazzo io voglio bene e forse per questo cerco di allontanarlo da me.
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Grazie Project. Ti sarei grato se mi mandassi il tuo contatto msn.
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