giovedì 17 dicembre 2009

ATTESA DI UN AMORE GAY IMPROBABILE

Ieri, 16/12/2009, alle ore 21.45, ho ricevuto la mail che riporto qui di seguito. Ho chiesto all’autore il permesso di pubblicarla e lo faccio con estremo piacere. Riporto in successione anche la seconda mail che ho ricevuto oggi.
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Ciao GayProject il tuo blog lo leggo sarà ormai da più di un anno, mi piace il modo in cui tratta di noi gay e non credo che in internet si possa trovare qualcosa di simile per cui complimenti! Ho pensato di scriverti la mia storia sapendo che è un qualcosa di diverso e atipico e che mi ha fin dall’inizio solo tirato contro tante critiche ma che mi ha insegnato che a volte si devono ascoltare i propri pensieri e sentimenti per arrivare al punto giusto senza ascoltare suggerimenti su scorciatoie o strade convenzionali perché ognuno ha la sua. Ora ti spiego. Mi chiamo Marco ho 28 anni e sono nato e cresciuto in un noioso paesetto molto bigotto o come si dice qui <un paese de basapile> in cui immagina come vengono giudicati e offesi i gay. Io di essere gay l’ho capito intorno ai 18 anni ma solo perché prima avevo rimosso in toto la mia sessualità per difesa. Nessun innamoramento, attrazione sessuale, neppure interesse. Nada di nada. Non che il resto della mia vita fosse chissà che. Anzi! Da bambino ero timido e introverso e non mi sentivo mai a mio agio con gli altri. Crescendo sono migliorato ma solo perché ho imparato a crearmi una maschera dietro cui nascondevo tutte le mie paure, fobie e ansie per farmi credere quello che non ero e farmi accettare. La mia combriccola di amici di paese l’avevo, si usciva insieme e si facevano le tipiche cose da adolescenti. Diciamo che io nel gruppo ero inquadrato come quello un po’ timido ma nessuno sospettava l’inferno che nascondevo dentro. Perché io in realtà mi sentivo sempre diverso dagli altri, impacciato, fuori luogo e sotto giudizio negativo da tutti. C’erano tutta una serie di cose che mi paralizzavano perché al solo pensiero di doverle fare mi davano una ansia assurda perché pensavo che avrei sbagliato qualcosa, che sarei incorso in qualche brutta figura, che la gente mi avrebbe criticato,che non sarei riuscito a farla . Ma cose banalissime dico anche solo se mia madre mi mandava a comprare qualcosa o a pagare delle bollette, o se dovevo camminare da solo x strada, fare ricreazione a scuola, prendere il pullman, chiedere informazioni etc etc. Tutto mi stressava. Ho iniziato l’università solo perché i miei lo davano per scontato che l’avrei fatta e io non riuscivo mai a sottrarmi dalle attese degli altri. Ma per me era solo una enorme fonte di angoscia a iniziare dal fare il pendolare o prendere il posto in mezzo a ragazzi che non conoscevo e che mi sembravano tutti migliori di me. Studiavo ma poi non riuscivo a fare gli esami e li rimandavo di continuo. Rimandavo ogni cosa, in realtà sembra sia stato il mio sport preferito per anni!!! Dopo 6 anni di università avevo fatto solo 8 esami e non ti dico come mi sentivo un fallito! Al mio essere gay ho dato inizialmente la colpa di ogni mio malessere e con questo ho tentato di eliminare alla radice la cosa da me. Chiaramente è stato inutile tutto quello che ho fatto e ho solo sofferto tanto di più. A 22 anni mi sono rassegnato e ho iniziato timidamente a girare per blog gay prima e poi siti di incontro. Mi sentivo molto solo e bisognoso di affetto e questo mi ha spinto a conoscere un po’ di ragazzi prima parlando per msn poi ho iniziato anche a incontrare. Era sempre una più o meno grande delusione, non piacevo quasi mai nel senso che oltre alla richiesta del sesso c’era il vuoto o poco altro ma, se anche piacevo, vero interesse per me praticamente poco più che zero a volte solo la paura della solitudine. Certo con qualcuno sono rimasto amico ma niente di che. A 25 anni mi imbatto in Matteo di un anno più giovane di me. E’ stato un contatto preso come tutti gli altri su un sito di incontri. Dopo la prima chattata mi ricordo mi era rimasta una buona impressione e in pochissimo tempo ho cominciato ad aprirmi con lui in un modo totale. Fin qui sembra una storia come possono essercene tante ma infatti è proprio da qui che le cose diventano diverse ed è anche difficile spiegarle perché sono complicate e non so bene come condensarle e renderle chiare. Inizio con l’anticipare che con Matteo ci siamo chattati per 2 anni e 13 giorni abbiamo parlato seriamente, scherzato, litigato, ci siamo raccontati le nostre fantasie sessuali ma io di lui io avevo solo pochissime foto mandatemi con riluttanza, foto in cui non si capiva un granché e pure neppure molto recenti anche se l’idea era quella di un ragazzo non brutto. Niente cam perché non la aveva prima, poi perché diceva che non voleva vedermi né farsi vedere in cam. Quando gli ho chiesto il cell ha fatto tante storie e ha detto che non se la sentiva. Ho chiesto se potevamo incontrarci, ha detto ora no e che lui aveva i suoi tempi. Li aveva per tutto. Matteo era anche molto chiuso e di lui non diceva molto. Non nego che dopo qualche mese ho cominciato a pensare a tante cose e a farmi pare mentali perché la situazione era per lo meno sospetta. Tra l’altro non vivevamo neppure nella stessa regione io Veneto, lui Marche. C’era molto per cui lasciare perdere a vederla così ma ovviamente c’è un ma e bello grosso … Il fatto è che io a parlare con lui stavo benissimo. Matteo è stato la prima e fino ad ora unica persona con cui io sia stato sincero sul genere di persona che ero in realtà: pieno di fobie, angosciato, egoista, un po’ vigliacco e incapace di vivere. Con lui non sentivo mai il suo giudizio sulle cose che gli rivelavo di me, solo il suo interesse e la sua voglia di capirmi e conoscermi meglio, di aiutarmi. E basta. Per me era una sorta di miracolo. Poi io Matteo lo trovavo semplicemente adorabile, ogni cosa che diceva e come la diceva, i suoi pensieri. E non so perché ma avevo una istintiva fiducia totale in lui. Anche Matteo con i mesi si era aperto gradualmente anche se con molta più fatica e mi aveva raccontato molti suoi problemi soprattutto che non accettava ancora molto di essere gay e poi aveva iniziato a dirmi della sua situazione in famiglia che era piuttosto drammatica con un padre che lo tormentava in ogni modo, una vera violenza psicologica continua e a volte anche fisica. Ho cominciato a volergli bene ma tanto. E’ difficile spiegare cosa Matteo fosse per me diciamo che è diventato un bene essenziale della mia vita senza quasi rendermene conto che mi ha spinto a cambiare piano piano, a migliorarmi, a sforzarmi ad affrontare le mie paure. Sapere e sentire ogni giorno che c’era qualcuno a cui io interessavo sinceramente, a cui potevo parlare di tutto, sentire i suoi sforzi per consigliarmi e capirmi per me era tutto. Per Matteo io ero importante e cosa ancora più bella è che per lui era importante che io stessi bene perché quella era la sua gioia. E così io mi dicevo “Provo questo esame perché se anche va male questa sera ne posso parlare con Matteo e so benissimo che per lui va bene solo il fatto che io ci abbia almeno provato.” E questo mi dava una grande forza perché non mi faceva avere più paura di fallire. Del giudizio negativo degli altri mi ha iniziato a importare sempre meno perché a me importava solo il suo. Ho acquisito sicurezza in me e cambiando io come persona mi sono sorpreso a morte nel vedere come io in realtà potessi piacere agli altri ragazzi. Perché in questa storia un po’ irreale e difficile, credo, da capire ci sono sempre stati ovviamente anche gli altri. Né io né Matteo abbiamo mai vissuto in un mondo virtuale e questo credo sia il punto chiave di tutto, ognuno viveva la sua vita, il suo mondo reale quotidiano ma ne rendeva l’altro partecipe in ogni cosa e sfumatura. Perché io accettavo che Matteo non si sentisse pronto ad andare oltre al muro della chat con me ma io avevo bisogno di persone in carne e ossa nella mia vita e Matteo lo capiva senza problemi e anzi parlavamo anche dei miei incontri senza remore e lui mi consigliava anche lì sempre per il meglio per me. I problemi in realtà sono poi arrivati e grossi ma a crearli sono stati solo gli altri. Infatti ogni volta che parlavo a qualcuno della mia situazione con Matteo nessuno ha mai capito niente. L’unica cosa era dirmi che era una cosa assurda, da immaturi, non reale, da sfigati e altri giudizi negativi o di compassione. Mi dicevano che non ci saremmo mai incontrati, che io mi illudevo, c’era chi diceva che Matteo mi prendeva in giro, che non era quello che diceva di essere, che magari era su una sedia a rotelle o aveva handicap fisici e per quello non si faceva vedere e tante altre storie del genere. E io dopo un anno e un mese di sola chat alla fine ho cominciato ad ascoltarli e i miei dubbi si sono ampliati sempre di più. Ho cominciato a fare pressioni su Matteo, a spingerlo a fare dei passi in avanti, a dirgli che altrimenti avrei chiuso con lui. Matteo stava malissimo ma diceva che lui si sforzava e gli dispiaceva troppo se non li vedevo i suoi sforzi, i suoi passi in avanti ma che mi aveva sempre detto che aveva i suoi tempi. A forza di sentirmi dire da tutte le persone interpellate che se mi voleva davvero bene per non perdermi non poteva che esaudire le mie richieste me ne sono convinto. Gli ho dato l’ultimatum -Telefonami Matteo - non l’ha fatto e io ho chiuso con lui. Sono stato malissimo, mi sentivo solo in un modo insopportabile e vuoto come il classico vuoto a rendere. E poi a Matteo io volevo troppo bene per non sapere più niente di lui: mi chiedo ma come si può condividere la parte più intima e anche dolorosa della vita di qualcuno e poi dimenticarsene? Fregarsene di come le cose potessero andargli? Per me era una angoscia insopportabile non sapere cosa gli succedeva anche solo nella più banale azione e tutti a dire lascia passare i mesi e ti dimenticherai ma io dopo un mese stavo sempre peggio. Tutti a dire che importano solo le persone reali come se Matteo non fosse una persona reale in carne e ossa con i suoi dolori, i suoi sorrisi, le sue lacrime solo perché non li avevo visti o toccati. E poi in tutti quegli anni in cui avevo conosciuto ragazzi, in cui anche mi ero fatto amici, qualcuno che mi volesse tanto bene e non solo a parole o promesse, qualcuno sempre presente e soprattutto disinteressato come Matteo non lo avevo mai incontrato. Tutti quegli incontri in cui si può avere tutto subito nell’immediato: parole, un sorriso, un abbraccio o persino di più ma che poi in tutti i miei amici o loro conoscenti non vedevo continuare più di una manciata di mesi, avevano più senso di qualcosa che si creava con lentezza e in modo non standard e non simile a quello degli altri? Mi sono detto: ma perché devo rinunciare a una persona a cui voglio bene, che mi fa stare bene, che mi spinge ogni giorno a essere migliore solo perché la gente trova assurdo o persino peggio passare un anno in chat con un ragazzo senza mai vederlo o sentirlo? E che cavolo! Ci sono milioni di persone che credono o hanno fiducia cieca in cose che non esistono neppure nel mondo reale, vedi Dio, che lo pregano e non hanno risposte e io che con Matteo ci parlo e mi consiglio solo perché non vedo, sento o incontro perché non devo avere fiducia in lui? Gli ho scritto una mail e gli ho spiegato tutto quello che era successo in me e quello che avevo capito, gli ho detto: se vuoi io sono pronto e puoi prenderti tutti i tempi di cui hai bisogno, quello di cui io ho bisogno è solo sapere come stai te e come fare per ridarti tutto quello che mi hai sempre dato tu. Matteo mi ha risposto il giorno dopo e mi ha scritto che per lui io ero troppo importante e che proprio per questo aveva bisogno di creare quel distacco virtuale senza suoni e immagini tra noi perché gli dava insieme sia la sensazione della mia presenza, la sicurezza che io avessi davvero fiducia totale e disinteressata per lui ma anche tutti gli spazi di vuoto che lo obbligavano a darsi degli obiettivi da superare per me e la sensazione della solitudine materiale e tutto questo per riuscire ad avere la forza di risolvere prima solo da se stesso i suoi problemi più grandi altrimenti tra noi le cose sarebbero finite distrutte perché un disperato che si aggrappa a qualcuno, fosse quel qualcuno pure la persona forte che comunque io non ero, lo poteva portare solo a fondo. Io Matteo l’ho capito allora davvero da quelle parole e l’ho stimato e amato di più per questa sua scelta e sinceramente da là non me ne è più fregato delle parole degli altri, l’unica cosa che aveva un valore era il rapporto che si era creato tra noi e quello era una cosa che riguardava solo noi. I sentimenti sono i sentimenti al di là della fisicità di una persona e una chat può essere un percorso per scoprirli e approfondirli e non un semplice accontentarsi. Io e Matteo abbiamo ripreso a chattare ma questo è stato solo l’avvio. Inizio col dire che in questi due anni di chat con Matteo ho macinato esami su esami e mi sono laureato. Matteo i suoi tempi li aveva, è vero, erano lunghi ma li ha superati. Quattro mesi dopo che abbiamo ripreso a parlare mi ha dato il suo cell. Ancora ora mi viene da sorridere di tutte le volte che mi ero immaginato che la sua voce avesse qualcosa che non andava e per quello non voleva parlarmi e l'ansia quando mi ha risposto quando invece ha una bellissima voce. Dopo 5 mesi e mezzo ci siamo incontrati di persona a metà strada tra me e lui. Lo adoravo prima, dopo ancora di più. Matteo è infatti troppo carino, ha un bellissimo sorriso, due occhi che sembrano il mare e un fisico sportivo (altro che handicap o sedia a rotelle : ). Ho trovato lavoro e sono andato a vivere per conto mio nella città dove mi sono laureato. Da quasi due mesi Matteo ha lasciato la merda della sua famiglia e mi ha raggiunto. Ora sta cercando un lavoro part time perché l’anno prossimo vuole iscriversi all’università. Suo padre lo ha obbligato a lavorare dopo la maturità ma Matteo ha sempre sognato di potersi laureare in architettura e io so che ce la farà e non solo perché ho visto tutte le raccolte delle sue cartelle e sono bellissime ma perché io farò tutto quello che gli serve per aiutarlo a farcela. Quindi ora posso affermare che questi 2 anni e 13 giorni di chat per entrambi sono stati importantissimi perché ci hanno fatto diventare due ragazzi più forti e responsabili, consapevoli che la forza non viene dall’aggrapparsi a qualcuno né dalla somma di due debolezze ma dalla voglia di migliorarsi per strappare un sorriso a chi vuoi bene. E ora giustamente ti chiederai ma ora cosa siete voi due? Di sicuro siamo due persone che si vogliono un bene dell’anima, di più si amano, che hanno imparato a rispettarsi, ad avere tra loro fiducia totale, a non nutrire gelosie, che vogliono solo aiutarsi, sostenere le scelte l’uno dell’altro come hanno sempre fatto in quei lunghissimi mesi di sola chat ma ora lo facciamo anche abbracciandoci stretti e guardandoci ogni giorno negli occhi.
Spero non sia troppo lunga, un bacio
Marco e Matteo
PS: ah ho iniziato da poco ogni tanto anche a spulciare il forum ; )
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Ciao Project! Ti diamo senz'altro la autorizzazione a pubblicare infatti era il nostro intento, per i nomi non credo sia un problema a mantenerli sono solo due nomi come tanti non particolarmente originali eh! comunque vedi tu come pensi sia meglio fare ci affidiamo a te e ci fa piacere che la reputi una bella testimonianza (sei il primo!!!!) come ho scritto già a me è sempre stato detto invece peste e corna della situazione. Ci piacerebbe anche che ci dicessi tu come vedi una situazione del genere visto che di ragazzi gay ne senti tantissimi a volte mi chiedo se davvero è così assurdo legarsi tanto a una persona solo parlando in chat per tanto tempo fino ad arrivare a provare sentimenti tanto profondi anche senza mai vedersi e parlarsi al cell . Dico possibile siamo gli unici?? Certo se fosse così saremmo sicuramente originali. A parte gli scherzi credo che se una persona sente nel cuore di potersi fidare, dare tempo e fiducia a qualcuno mi sembra il minimo, avere tempi e modalità diversi è solo una caratteristica di una persona e si dovrebbe avere più pazienza e comprensione.. Tra i gay sembra che valga solo il tutto e subito in ogni campo di relazione di amicizia o rapporto o sesso ma poi alla fine quanto girano le cose in quel modo? A me non sembra molto. Io non mi sono uniformato al gruppo e alle idee comuni ma ho ascoltato solo il mio cuore così mi sono fidato, ho aspettato e ho trovato un tesoro unico e bellissimo e il messaggio che spero passi sia proprio questo. Di sicuro la costruiremo noi due una bella relazione, abbiamo reso il tempo dal peggiore alleato al migliore consigliere!!
Bacio Marco
sai qui nevica!!

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